Architetto muore davanti alla figlia
Doveva essere un fine settimana di riposo, in quella Bientina, provincia di Pisa, che lo aveva visto nascere e crescere fino al trasferimento dalla Toscana a Mestre, avvenuto per amore e per lavoro.
Qualche giorno di relax in compagnia della figlia, e a casa dell’anziana e vedova madre, ancora residente nel comune pisano. Invece per Marco Cecchi, 43 anni, architetto toscano residente da 13 anni in corso del Popolo, di fronte al liceo classico Franchetti, con la figlia e la moglie, Monica Donzella, 44 anni, quella trasferta è stata l’ultima della sua vita. Domenica mattina, infatti, l’uomo ha accusato un malore mentre si trovava a casa della madre, assieme a sua figlia.
Da subito la situazione è apparsa grave tanto che Cecchi è stato soccorso e rianimato per due volte. Dopo questi tentativi è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Cisanello, in provincia di Pisa, dove ha subìto due interventi chirurgici. Purtroppo, però, i danni conseguenti alla rottura di un aneurisma non hanno lasciato scampo.
Lunedì è stata dichiarata la morte cerebrale ed è iniziata la procedura per arrivare poi all’espianto degli organi, con il consenso dei familiari. La notizia della scomparsa improvvisa di Marco Cecchi è stata comunicata anche tramite Facebook dalla moglie Monica e si è subito diffusa a Mestre, scatenando la commozione di quanti conoscevano il 43enne toscano.Una persona che, pur vivendo da soli 13 anni a Mestre, aveva stretto innumerevoli amicizie in città, e non poteva essere altrimenti. Marco, infatti, come ricorda una amica con le lacrime agli occhi, «era semplicemente un angelo. Un ragazzo solare, sempre sorridente, spiritoso. Ma anche pacifico, buono e un ottimo padre. La classica persona che poteva avere solo amici e che non avrebbe mai litigato con nessuno. Siamo tutti sconvolti».
Il grande affetto nei confronti di questo architetto apprezzatissimo anche nel suo lavoro, trovano conferma nelle parole di stima e di affetto rilasciate su Facebook. “Marco uno di noi”, “un grande dolore, buono come pochi”, “riposa in pace”. Moltissime persone hanno espresso la propria vicinanza alla moglie e alla figlia, che stanno vivendo un dolore profondissimo e incolmabile.
Davvero toccanti anche le parole del geometra Francesco Bandecca, toscano, grande amico di Cecchi, che lo aveva seguito fin da quando aveva mosso i primi passi nel settore dell'architettura: «Il mio Marco, il nostro Marco, tornato casualmente alla sua Bientina per morirvi; quanti anni passati insieme consumando anche le ore della notte per studiare soluzioni progettuali; poi l'amore e nuove aspettative ti portarono a Venezia dove intraprendesti un nuovo filone professionale occupandoti anche della Biennale, ma senza mai abbandonarci. Architetto di talento, brillante, iperattivo, innovativo, intelligente e sapiente come pochi; ogni altro aggettivo non basterebbe a descriverti; arrivederci uomo buono e pacifico, nel frattempo ti terremo tra noi con il tuo volto sempre sorridente. Grazie di tutto».
L'ultimo saluto a Marco nella sua Bientina, domani alle 14.45, nella chiesa di Santa Maria Assunta. In molti arriveranno da Mestre per dire addio all’architetto dal cuore d’oro.
Gianluca Codognato
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