«Archeologico e Grimani devono restare separati»

Richiesta del segretario dei Beni culturali Codello al direttore Ferrara dopo l’incontro con i sindacati. Lavoratori pronti a rivolgersi direttamente al Ministero

VENEZIA. Bloccare l’accorpamento tra il Museo archeologico e Palazzo Grimani e, di conseguenza, anche la chiusura dello splendido edificio rinascimentale nei pressi di Santa Maria Formosa che è diventato, dopo un lungo restauro, museo di se stesso rievocando le importati collezioni archeologiche e artistiche qui raccolte dal cardinal Grimani. È questa la richiesta ufficiale che la segretaria regionale dei Beni Culturali Renata Codello avanzerà entro le prossime 48 ore al direttore del Polo museale del Veneto Daniele Ferrara che ha deciso il provvedimento, limitando l’apertura al pubblico di Palazzo Grimani solo al venerdì e al sabato dalle 14 alle 19.15.

È questo il risultato del tavolo di confronto che si è svolto ieri mattina tra l’architetto Codello e i rappresentanti sindacali di Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Pa, Flp e Rsu del Polo Museale, che hanno proclamato lo stato di agitazione in tutte le sedi del polo veneto, non solo nei due musei interessati alla riorganizzazione.

Per quanto riguarda in particolare la chiusura di Palazzo Grimani, dei sette dipendenti in servizio, tre sono stati trasferiti al Museo archeologico, mentre altri quattro rimarrebbero poi a disposizione per i giorni di fine settimana. Una misura che è già scattata - per mancanza di fondi, di personale e anche del calo di visitatori nell’ultimo anno del Grimani, un po’ abbandonato a se stesso - ma che sindacati e lavoratori contestano fortemente. Il recupero di Palazzo Grimani è costato decine e decine di milioni di fondi pubblici, tra l'acquisto da parte dello Stato da privati, un restauro esemplare ma durato oltre 25 anni - anche per l'erogazione lenta dei finanziamenti - e il riallestimento. Se Ferrara non accetterà la richiesta della Codello, sindacati e lavoratori si rivolgeranno al Ministero dei Beni Culturali per la loro vertenza, “saltando” il dirigente del polo museale.

Una possibilità concreta perché a quanto riferito dagli stessi sindacati - l’interessato non parla - il direttore Ferrara non riconoscerebbe il ruolo del Segretariato regionale dei Beni Culturali nella trattativa con i dipendenti. Le rappresentanze sindacali accusano la direzione del Polo museale del Veneto di atti unilaterali, facendo esplicito riferimento al fatto che sarebbero stati disattesi accordi e dichiarazioni riguardo al futuro del Museo di Palazzo Grimani, che avrebbe dovuto ricevere «preventiva autorizzazione dal ministero per i Beni, le attività culturali e il Turismo, prima di essere nuovamente sottoposta al tavolo sindacale in sede locale».

Enrico Tantucci

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