Arbitri, 250 testimonial per il dono delle cornee

Saranno 250 gli arbitri di calcio del Veneto che scenderanno in campo questo fine settimana, indossando una speciale maglietta per sensibilizzare tifosi e giocatori

MESTRE. Saranno 250 gli arbitri di calcio del Veneto che scenderanno in campo questo fine settimana, indossando una speciale maglietta per sensibilizzare tifosi e giocatori sull’importanza della donazione di cornee.

Il progetto si chiama “In campo per ridare la gioia di vedere”, e si basa sulla collaborazione tra la Fondazione Banca degli Occhi del Veneto onlus (da anni in prima linea, ai vertici internazionali, nell’ambito non solo della raccolta e trattamento dei tessuti oculari, ma anche dalla sensibilizzazione alla donazione) l’Associazione Italiana Arbitri (Aia) del Veneto e il Comitato regionale della Federcalcio.

L’iniziativa verrà presentata oggi, venerdì 19 alle 19 all’Hilton Molino Stucky, e si tratta nella sostanza di una campagna di sensibilizzazione che si concretizzerà nel fine settimana su tutti i campi dei campionati di calcio veneti di Eccellenza, Promozione e Prima categoria.

Un tema, quello delle attività in favore del sociale, non nuovo al mondo arbitrale del calcio, tanto che a partecipare a questa iniziativa stasera saranno anche Marcello Nicchi (presidente nazionale dell’Aia) con il suo vice Narciso Pisacreta e vari componenti del Comitato nazionale, e l’arbitro internazionale Nicola Rizzoli, elemento di punta del movimento arbitrale italiano, che ha diretto anche la finale degli ultimi Campionati del mondo disputati in Brasile due anni fa e giocata da Germania e Argentina.

Ci saranno poi rappresentanti della Figc e naturalmente i vertici della Fondazione Banca degli Occhi, tra cui il direttore Diego Ponzin che osserva: «Ringraziamo fin d’ora tutti gli arbitri che saranno in campo domenica per testimoniare l’importanza della donazione, in particolare dei tessuti oculari. La loro è una scelta forte e rappresenta per noi una bellissima opportunità per sensibilizzare giocatori, famiglie e un mondo, quello sportivo, che è già incline a fare squadra per promuovere valori legati alla solidarietà».

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