Aqualandia, scoppia la rissa. Pareschi finisce all’ospedale
JESOLO. Luciano Pareschi ricoverato d’urgenza all’ospedale di Treviso: perforazione del polmone destro dopo una violenta lite ad Aqualandia con un gruppo di nomadi. È successo la sera del 15 agosto, poco prima della chiusura. L’episodio era passato in sordina nel caos del Ferragosto, tra code, risse, incidenti, migliaia di persone in città. Una quindicina di nomadi erano entrati la mattina del giorno di Ferragosto con famiglie e bambini al seguito. Una vociante comitiva subito identificata dal personale per i comportamenti chiassosi. Nessuno però li ha fermati, perché la filosofia del parco è che tutti possono entrare purché rispettino gli altri e, ovviamente, paghino l’ingresso.
A un certo punto però hanno iniziato a litigare tra di loro, gridare e a un certo punto a picchiarsi. Immediato l’intervento del gestore, il padovano Luciano Pareschi, fondatore di Aqualandia e dell’adiacente discoteca Vanilla Club. Pareschi e la sicurezza del parco a tema acquatico numero uno in Italia, hanno cercato di accerchiarli per evitare che la furibonda lite tra i rom potesse coinvolgere anche altri avventori impauriti che si stavano avviando all’uscita. Il gruppo si era comunque già fatto notare durante tutto l’arco della giornata. Fino al momento della lite, però, il disturbo era stato tollerato.
Quando hanno iniziato questo improvviso litigio è stato davvero troppo, con anche le donne a partecipare alla rissa. Pareschi stesso ha cercato di convincerli a uscire senza disturbare gli altri, ma è iniziata una discussione e una lite sfociata nella violenza. Pareschi è stato spinto da uno degli uomini e ha perso l’equilibrio. È caduto contro una sedia a sdraio, vicino all’uscita. Il colpo al costato contro l’estremità appuntita della sedia ha provocato una ferita profonda e fatto collassare il polmone destro. La quindicina di nomadi ha preso la via dell’uscita, mentre sul posto è giunta la polizia chiamata dal gestore e dai dipendenti.
Le condizioni di Pareschi si sono aggravate con il passare dei minuti, con un progressivo indebolimento e hanno richiesto il trasporto urgente all’ospedale di Treviso, il ricovero immediato e un delicato intervento chirurgico con drenaggio del polmone e punti di sutura. La prognosi non è ancora stata sciolta, ma dovrebbe essere deciso a breve e i medici del Ca’ Foncello lo hanno dichiarato fuori pericolo. Dopo le ultime visite ed esami potrebbe essere dimesso e tornare a casa, con il consiglio di riposare qualche giorno e non fare sforzi.
Il fisico forte e l’allenamento quotidiano con la corsa mattutina, la nuotata e litri di spremuta d’arancia sono serviti a resistere anche questa volta. Ma se l’è vista brutta. Un’altra esperienza nella storia decennale di Pareschi, che in questi anni ne ha vissute e subite davvero tante. Denunce, indagini, accuse, aggressioni. Nonostante tante traversie, i suoi locali sono considerati tra i più sicuri e controllati della costa veneziana.
«Abbiamo cercato di limitare il caos», racconta Luciano Pareschi dal letto dell’ospedale, «purtroppo queste persone non sanno comportarsi, stavano picchiandosi tra di loro, malmenavano anche delle donne. Siamo dovuti intervenire per allontanarli e poi mi sono svegliato in ospedale».
La polizia del commissariato ha visionato le telecamere, identificato alcuni dei nomadi ritenuti responsabili dell’aggressione. Saranno accusati di lesioni anche se al momento non risultano denunce. Erano entrati nonostante all’ingresso fossero già stati tenuti d’occhio per i modi decisamente sopra le righe. «C’erano dei bambini», ricorda Pareschi, «non ce la siamo sentiti di negare loro una giornata al parco. Purtroppo però la situazione è degenerata oltre ogni limite e adesso io mi trovo all’ospedale».
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