Aqualandia a Jesolo, aperti i cantieri per la prossima stagione
JESOLO. Da città balneare a città sul mare. Il patron di Aqualandia Luciano Pareschi è già al lavoro e pensa a una Jesolo che diventi davvero grande. Non più e non solo una località di vacanza, ma una città nella quale vivere, con almeno 70 o 80 mila residenti stabili. La scorsa estate si era parlato finalmente di Autostrada del Mare, progetto estratto dal cassetto per qualche settimana e ripiombatovi inspiegabilmente. Ma gli imprenditori guardano avanti, sperando, spesso invano, che la politica li segua.
Per Pareschi, quella del 2018 è stata un’altra stagione da incorniciare con il parco a tema acquatico numero uno in Italia e tra i primi nel mondo che oggi è già diventato, poco dopo la chiusura, un cantiere a cielo aperto. Le ruspe sono al lavoro da qualche settimana. Attorno alle recinzioni del parco in via Buonarroti non si vede molto, ma quasi il 40% della struttura è stato raso al suolo in tempo record. Sarà avviato un progetto di riqualificazione top secret, con nuove piscine, attrazioni e scenari pronti per la prossima stagione. Adesso non si possono svelare i progetti, perché qualcuno potrebbe carpirne i segreti. E per Pareschi, questa nuova fase è quasi solo ordinaria amministrazione. Perché il futuro di Aqualandia deve ancora arrivare.
Per il momento non si sbilancia, ma i nuovi lavori sono la prova che l’imprenditore padovano vuole ancora investire al Lido di Jesolo. «Jesolo è una città fondamentale per la costa veneziana e il Veneto», dice, «ma il percorso per diventare grande lo deve ancora affrontare seriamente. E per prima cosa ci vuole una rete tra imprenditori perché è questo che rende forti. La concorrenza è tra le reti e vince chi ha le reti più forti. Noi dobbiamo avere infrastrutture, e mi riferisco soprattutto alla viabilità, che siano adeguate. Per questo Aqualandia è stata tra i primi soci che si sono fatti avanti per realizzare l’autostrada del mare di cui al momento non sappiamo ancora nulla. Le strade, i collegamenti sono essenziali. Perché quando Jesolo li avrà, potrà essere una città sul mare che è molto di più di una località balneare pura e semplice. Da 25 mila abitanti dovremmo arrivare a 70, 80 mila perché con le giuste strade e collegamenti si potrà arrivare a Venezia via mare, velocemente in aeroporto Marco Polo. E in auto a Treviso, Mestre, Padova. Vivere sul mare per lavorare magari altrove, come si fa negli Usa. In un’ora o anche meno da Jesolo possiamo raggiungere tutto».
«Paradossalmente, Aqualandia», analizza, «ha meno presenze proprio il sabato e la domenica, a differenza di quanto dovrebbe un parco come il nostro. Perché la gente ha paura di mettersi sulla strada e affrontare le code. Ecco: queste code non devono più esistere e allora tutto cambierà sul litorale».
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia