Aprire il 26 dicembre, Carrefour insiste
Nulla di fatto, per ora. L’intervento dell’assessore comunale Renato Boraso, non ha sortito l’effetto sperato sulla direzione del Carrefour di Marcon, che al momento non è ancora tornata sui suoi passi e vorrebbe rimanere aperta il giorno di Santo Stefano, nonostante il centro commerciale Valecenter sarà chiuso. Come Auchan e Nave De Vero, gli altri due colossi della grande distribuzione che si sono allineati nel chiudere il giorno di festa, rispondendo così all’appello del Comune di Venezia.
«Ho contattato la direzione dell’ipermercato Carrefour», spiega l’assessore, «non ho ricevuto la riposta positiva che mi attendevo. Il Carrefour si riserva ancora qualche giorno per decidere, il che è preoccupante: a questo punto oggi riferirò al sindaco metropolitano che la catena non ha ancora preso una decisione, in difformità rispetto agli altri centri del territorio e all’accordo che si è stabilito. Il consorzio di tutti i negozi che si trovano all’interno del Centro chiude, ritengo sia una decisione priva di senso voler tenere aperto e non decidere». Prosegue Boraso: «Rimane la volontà di contattare tutti, anche chi non ho ancora sentito e di stilare, appena terminate le feste, un calendario etico delle chiusure».
Un programma che coinvolga anche il territorio della città metropolitana, dove insistono i grossi centri commerciali. Martedì ad incontrare la direzione del Carrefour è stato il sindaco di Marcon, Andrea Follini: «L’iper non ha ancora sciolto le riserve, ho espresso le mie perplessità, da quello che ho appreso è una decisione che coinvolge la sede centrale».
«Il sindaco di Venezia», prosegue Follini, «dovrebbe battersi perché venga modificata la legge Monti, per tornare a quel potere contrattuale che avevano i sindaci, a quelle domeniche aperte che bastavano e avanzavano a far girare l’economia. Sarebbe più utile più che fossero tutti i sindaci insieme, con l’Anci davanti a ribadire, non a livello locale, ma nazionale, la necessità di un ritorno al potere contrattuale con gestori dei centri, loro oggi hanno tutto il diritto di tenere aperto».
Anche il parroco di Dese, don Enrico Torta, è intervenuto sul tema delle chiusure nei giorni di festa, che lui stesso aveva sollevato tra i primi: «Non penso che l’iper aprirà, vorrei però che non aprisse perché capisse che la gente ha dei diritti, che farlo non è intelligente. Aspettiamo e vediamo come va a finire, la nostra è una battaglia più ampia. Dobbiamo alzare la testa, quello che mi fa più paura oggi è la rassegnazione dilagante, e quando ci rassegniamo siamo morti. Invece abbiamo dei diritti: il diritto alla vita, il diritto ad acquistare cose diverse che sono libertà, gestione del tempo, famiglia, rapporti, affetti, relazioni, vivere a fianco alla natura che ci parla, far riscoprire ai ragazzi che non ci sono solo pc e telefonini ma il sole che sorge, dobbiamo indignarci di un mondo che ci sta abbruttendo tutti, è un problema di civiltà».
Marta Artico
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