Aprilia, segnali positivi ma i sindacati sono cauti

Noale. Dati incoraggianti sulla vendita delle moto, cinquantini ancora negativi Fim e Fiom chiedono chiarezza sugli investimenti e sul lancio dei nuovi modelli
Di Alessandro Ragazzo

NOALE. Qualcosa si muove sulle vendite di Aprilia. È vero, si è sempre lontani dai numeri di anni fa, i cinquantini fanno sempre fatica ma c’è un mercato generale italiano che va abbastanza bene e pure le moto uscite da Noale-Scorzè non se la passano malaccio. Resta da capire cosa succederà per gli investimenti da qui ai prossimi mesi, mentre c’è timore per il riordino degli ammortizzatori sociali pensati dal governo. Di questo e altro si è discusso venerdì tra azienda e sindacati (Fiom Cgil e Fim Cisl) nella consueta riunione di metà anno per capire come vanno le cose.

Vendite. Per i Ministero dei Trasporti, a metà anno i cinquantini hanno segnato un meno 14,15 per cento in meno di immatricolazioni. Dunque il mercato continua a non tirare. La consolazione per Aprilia è avere il modello più venduto in Italia, lo Scarabeo 50 2T, mentre gli altri quattro posti nei primi cinque sono tutti Piaggio. Riguardo alle moto, invece, l’azienda ha comunicato ai sindacati che la Rsv4 1000, la Tuono 1100, uscite con delle nuove versioni, e la Caponord Rally, in concorrenza con la Bmw Gs, stanno avendo un buon riscontro; questo consentirà di aumentare dell’8-9 per cento il monte ore di lavoro rispetto allo scorso anno.

Esuberi. Nell’accordo siglato lo scorso gennaio, ne restavano 100: 80 a Scorzè e 20 a Noale, contro i 125 di un anno prima, perché una ventina se ne era andata via nel 2014. Si era scelto di puntare alla mobilità volontaria e alle uscite incentivate, senza lasciare a casa i dipendenti. Ebbene, a metà 2015 la situazione è identica a un semestre fa, perché le uscite sono state solo due.

Ferie. Agosto è il mese classico delle ferie. A Noale tutti solo al lavoro ma tra una decina di giorni i lavoratori inizieranno a fermarsi. Altra storia a Scorzè, dove già da questa settimana alcune linee si fermeranno per poi riprendere a pieno regime con settembre.

Prospettive. Insomma, ci sono dei segnali incoraggianti, dopo gli ultimi anni negativi, ma Fim Cisl e Fiom Cgil continuano a restare cauti, anche perché continuano a chiedere quali saranno gli investimenti e i nuovi modelli. Di certo, tutte le parti interessate guardano con un po’ di timore al decreto del governo che presto potrebbe essere pubblicato e taglierebbe il periodo di uso degli ammortizzatori sociali.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia