Aprilia, raggiunto l’accordo

Contratti di solidarietà, 77 esuberi e l’attesa di nuovi modelli
05 maggio 2004..Scorze' (VE)..Via Treviso...Aprilia...(c) Light Image Studio
05 maggio 2004..Scorze' (VE)..Via Treviso...Aprilia...(c) Light Image Studio

Accordo per trequarti 2017 tra Aprilia, Fiom Cgil e Fim Cisl per i lavoratori di Noale e Scorzè. Un accordo a trequarti, dunque, perché a differenza degli altri anni, stavolta si è scelto di farlo scadere il 31 ottobre e non il 31 gennaio 2018. Il motivo è semplice: le regole previste dal Job Act sugli ammortizzatori sociali. Per il resto, confermato il contratto di solidarietà sulla strada già tracciata in passato e avanzata nella riunione a Pontedera con il patròn di Piaggio, Roberto Colaninno.

Gli esuberi restano decine ma sono stati ridotti: da una novantina a 77. Di fatto, per questi ultimi varrà la mobilità volontaria per 70 dipendenti a Scorzè e 7 a Noale. Mercoledì prossimo ci sarà l’assemblea degli operai ma il parere favorevole, a maggioranza, è scontato. E dunque, sono 260 i lavoratori interessati a Noale, esclusi i 65 del Racing, con una sospensione massima del lavoro di due giorni al mese contro i tre del 2016. A Scorzè, invece, interessate 330 persone. Sulla questione Job Act e la scadenza anticipata, le parti hanno deciso di tenersi i jolly in mano; infatti, in un lustro (per Aprilia 2015-2020 ndr), si possono raggiungere i 36 mesi, anche consecutivi, di contratto di solidarietà. Sinora ne sono stati usati 16 e se ne hanno a disposizione altri 20, ovvero a settembre 2018. Usandone 9 nel 2017, si potranno averne altri 11 nel biennio successivo. Ma entro aprile ci sarà una riunione per capire se si potranno interrompere gli ammortizzatori sociali su Scorzè, in modo da avere altri mesi a disposizione dei 36 previsti in totale. «Se noi sindacati facciamo il possibile per mantenere l’occupazione», spiega Matteo Masiero di Fim Cisl «serve pure uno sforzo di Aprilia per puntare a nuovi prodotti, come ci è stato comunicato». E su questo tasto batte pure la Fiom Cgil, alla luce dello studio di fattibilità del motore 600 di cilindrata per guardare ad altre fasce di clienti. «Si deve ampliare la gamma dei veicoli», osserva Michele Valentini, «per sfruttare la ripresa del mercato delle due ruote».

Alessandro Ragazzo

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