Apre Tiffany & Co. Gioielli e diamanti adorati dalle dive
Cinque vetrine, la scritta tondeggiante sui mattoni del muro del palazzo, gli interni color sabbia fatti di marmi, vetri e velluti, e, tra le une e gli altri, le scatoline acquamarina più desiderate del mondo allacciate con il nastrino di raso bianco.
Dopo sei mesi di restauro, lunedì 21 marzo Tiffany & Co. aprirà il suo primo monomarca a Venezia. Smantellata l’impalcatura che proteggeva il cantiere, la maison di gioielli si è lasciata per ora ammirare soltanto dall’esterno. Il negozio sarà infatti ufficialmente inaugurato il primo giorno di primavera, dopo il taglio del nastro alla presenza dell’amministratore delegato di Tiffany & Co. Italia, Raffaella Banchero.
La curiosità intorno alla boutique del marchio fondato nel 1837 a New York e reso immortale (anche) dagli occhioni di Audrey Hepburn incollati alle vetrine, intanto cresce. Le prime turiste giapponesi, dopo un salto da Chanel e un’incursione da Louis Vuitton, ieri avevano già provato a bussare alla porta blindata. E, certo, presto si formerà la fila, soprattutto per i bracciali, le collane e i charms in argento per i quali, nella boutique di Milano, normalmente c’è la coda di madri, nonne e figlie.
Dopo via della Spiga, Roma, Firenze, Verona e Bologna, anche a Venezia rivivrà quell’atmosfera di fronte alla quale una deliziosa Hepburn esclamava: «Ecco perché mi piace venire da Tiffany, per l'atmosfera tranquilla e serena che si respira, non per i gioielli, sinceramente a me non piacciono i gioielli, ma solo i diamanti».
Duecentoquaranta metri quadrati di superficie, un mix di motivi d’archivio e arredi lussuosi che sono il segno di riconoscimento in tutti i negozi del marchio, una decina di dipendenti e i diamanti grossi come noci che, già da qualche giorno, rischiarano calle Vallaresso fino all’Harry’s bar.
Con l’apertura di Tiffany & Co. si è perfezionato il lusso in calle Vallaresso dove, in questi giorni, al posto di Magli, ha aperto Saint Laurent, marchio fondato dallo stilista Yves Saint Laurent insieme a Pierre Bergé nel 1962, adorato da Catherine Deneuve e Julianne More e ora passato sotto l’ala protettiva di Gucci. Ancora moda francese, dunque, nel piccolo cuore dell'Ascensione dove ha le sue vetrine Chanel abbigliamento, che sta dirimpetto a Dior, che ha come vicino Hermés che a sua volta dialoga a distanza ravvicinata con il palazzo a tre piani di Louis Vuitton. Moda francese che quando può raddoppia, come Chanel, che aprirà a breve una seconda boutique tutta dedicata alla casa.
Manuela Pivato
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