Apre il nuovo parco commerciale
CHIOGGIA. La parola d'ordine è stata «finalmente». Con accenti diversi l'hanno pronunciata Daniele Cabuli (direttore generale di Immobiliare grande distribuzione, la società che ha curato progetto e realizzazione dell'opera), Elio Gasperoni, vice presidente di Coop Adriatica e Giuseppe Casson, sindaco di Chioggia.
«Finalmente», perché il Clodì, come è stato chiamato il nuovo parco commerciale di Chioggia, è stato concepito nel 2002 e ha visto la luce dopo 13 anni. L'Ascom non lo voleva Lentezza delle burocrazia, si dirà. Ma non solo: una parte determinante del tempo d'attesa è dovuta ai vari ricorsi che i commercianti locali, sotto le insegne dell'Ascom, avevano presentato per ostacolare il nuovo insediamento che, secondo loro, ucciderà il già debole tessuto commerciale del centro storico. Una controversia tenuta sotto le righe dei discorsi di presentazione ma alla quale i promotori del Clodì hanno voluto dare la “loro” risposta. Prima di tutto con i numeri e le caratteristiche del Parco commerciale: un'estensione di oltre 16mila metri quadri, con un'area di vendita di 11.688. Al suo interno si trovano un ipermercato, Ipercoop, con un'area di vendita di 4490 metri quadri, sei strutture di media dimensione (Piazza Italia, Ovs, Scarpe&Scarpe, Decathlon, Trony e Casa) per un totale di 6452 metri quadri, sei negozi di vicinato (745 mq) due pubblici esercizi (465 mq), 1145 posti auto. Tutto questo frutto di un investimento di 36 milioni e 700mila euro, di cui 6 milioni per la sola Ipercoop, portato avanti «nonostante tutto, in un periodo di grave crisi economica». In futuro qui troveranno posto anche altri servizi (offerte commerciali per la gestione di luce e gas) e un distributore di carburante. Al momento il parco commerciale dà lavoro a 230 persone, di cui circa 200 i nuovi assunti, quasi tutti (ma i dati di dettaglio non sono ancora disponibili perché ogni negozio opera per proprio conto) assunti con il nuovo contratto a tempo indeterminato del Job Act. All'Ipercoop i dipendenti sono un centinaio, due terzi dei quali chioggiotti. E poi c'è l'indotto: quello della manutenzione, ad esempio, per la quale «siamo orientati», dice il direttore del parco, Dino Feltrin, «a privilegiare le ditte locali che hanno partecipato ai lavori di realizzazione delle strutture», per ovvi motivi di conoscenza degli impianti; Rapporti economici col territorio Ma anche l'indotto legato ai fornitori, «che abbiamo cercato tra i commercianti e gli operatori locali» spiega il direttore dell'Ipercoop «abbiamo fatto accordi con i pescatori che ci conferiscono il loro prodotto e ci aiutano negli acquisti al mercato ittico, idem con agricoltori e Ortomercato. Per il pane e la pasticceria, dove ci sono molti prodotti tipici, abbiamo fornitori tra i fornai della città». Il parco Clodì, però, presenta caratteristiche innovative anche nella “sostenibilità” con strutture in classe energetica B, pannelli solari a copertura, lampade a led all'interno dei locali.
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