Apre il cantiere per il Vega 2 ma nasce un giallo sulla gestione

A Marghera sono iniziati i lavori nell’area acquistata a caro prezzo nel 2007 da Condotte Immobiliare e ceduta nel 2012 al Venice Waterfront Fund controllato dalla società Sgr che fa capo a Enrico Marchi
Di Gianni Favarato

Il giallo sulle transazioni finanziarie realizzate tra Condotte Immobiliare e il fondo investimenti di Finint e su chi, tra i due, ha la potestà effettiva nella realizzazione del progetto Vega 2 e la proprietà dell’area che lo dovrebbe ospitare.

In compenso dopo anni di attesa sono finalmente iniziati a Marghera nell’area racchiusa tra via Pacinotti e il canale Brentella i lavori nel cantiere che dovrà realizzare il complesso immobiliare Vega 2 con incluso lo stand Aquae Expo 2015 che potrebbe dare a Venezia un polo fieristico che ancora non ha. Resta ancora oscura, però, la titolarità della direzione dei lavori del cantiere aperto nell’area di poco più di 5 ettari del Vega 2, acquistata dalla società romana Condotte Immobiliare nel 2007 per la strabiliante cifra di 25 milioni di euro e poi ceduta - dopo averla riportata a piano campagna e messa in sicurezza ambientale - nel 2012, al fondo immobiliare «speculativo» Venice Waterfront Fund, gestito dalla Finanziaria Internazionale Investments Sgr spa di Conegliano che fa capo alla Finint di EnricoMarchi e Andrea De Vido. Nel sito internet di Condotte Immobiliare si legge testualmente: «In data 18 dicembre 2012 è stata perfezionata la cessione dell’immobile Vega 2 al Fondo “Venice Waterfront Fund” gestito da Finanziaria Internazionale Investments Sgr di Conegliano. L'operazione, finanziata da Banca Popolare di Vicenza in pool con Carige, consiste in una riqualificazione urbana, un brownfield da recuperare senza consumo di nuovo suolo, che prevede lo sviluppo di un compendio immobiliare di 40 mila mq da destinare al terziario d’eccellenza e ad altre funzioni d’uso (retail, ricettivo ed espositivo)».

All’indomani della cessione di Condotte Immobiliare, Mauro Sbroggiò, amministratore delegato di Finint Investments Sgr, sottolineò con una dichiarazione alla stampa che «la collocazione geografica del progetto di riqualificazione risulta particolarmente attraente e strategica per il futuro sviluppo della terraferma di Venezia e noi siamo entusiasti di poter investire in questo progetto tutta l’esperienza che abbiamo maturato nel Veneziano sia direttamente, con la gestione di altri fondi immobiliari a sviluppo, sia attraverso il gruppo Finanziaria Internazionale». Lo stesso Enrico Marchi, fondatore di Finint che ha la maggioranza anche nel consiglio di amministrazione di Save spa che gestisce l’aeroporto Marco Polo, un mese fa dichiarò a questo giornale: «Con questa operazione garantiamo finalmente lo sviluppo di una delle tre aree del Vega che, dopo le bonifiche, erano rimaste al palo. Condotte Immobiliare, ha deciso di investire in Sgr che può contare su 5 miliardi di euro di fondi e che, in questo caso, gestirà la realizzazione del progetto Vega 2 in tutti i suoi aspetti, dal supporto finanziario all’operazione di compravendita alla realizzazione del progetto immobiliare». Condotte Immobiliare, invece, non ha rilasciato in proposito alcuna dichiarazione ufficiale in merito al suo attuale ruolo nel Vega 2, nel Venice Waterfront e nel progetto immobiliare legato all’Expo 2015. Nei 35 ettari di aree industriali dismesse in via delle Industrie, a Porto Marghera, solo i 10 ettari del Vega 1 sono stati edificati e da più di dieci anni, problemi finanziari a parte, ospitano oltre cento aziende ed enti, con tanto di laboratori di ricerca e incubatore di start up nel campo delle nuove tecnologie informatiche, dette Ict. I 25 ettari (suddivisi nei lotti del Vega 2, Vega 3 e Vega 4) a tutt’oggi, dopo essere stati bonificati e portati a piano campagna, preservando gli scheletri degli ex magazzini azotati di Agrimont, sono rimasti vuoti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia