Appello a Napolitano e Renzi «Cambiare il Patto per Venezia»
Anche quest’anno la vigilia delle feste natalizie è tormentata dalla drammatica situazione del bilancio del Comune di Venezia, paralizzato da 700 milioni di euro di tagli realizzati negli ultimi sette anni e dalle ferree e indiscriminate regole del Patto di Stabiltà. Stavolta però la situazione è talmente disperata da aver spinto tutte le forze sociali veneziane, dagli industriali, ai commercianti e artigiani, fino ai sindacati dei lavoratori, a sottoscrivere un appello per «cambiare subito il Patto di stabilità per Venezia» al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al premier Matteo Renzi, ai parlamentari e alle forze politiche veneziane. L’appello, promosso dalla Fondazione Gianni Pellicani e presentato in municipio a Mestre, è stato sottoscritto dalla confederazione e dai sindacati del pubblico impiego di Cgil, Cisl, Uil; da Confindustria Venezia; dalla Camera di Commercio veneziana; dall’Aepe (Associazione esercenti pubblici esercizi che aderisce a Confcommercio e Fipe) di Venezia; dalla Cgia di Mestre; da Confesercenti e Confcommercio di Venezia ; Confartigianato veneziana; dall’Associazione Veneziana Albergatori (Ava); Apindustria Venezia; Cna (Confederazione nazionale artigiani) del centro storico, Mestre e Marghera.
«C’è un vasto schieramento di forze sociali che non chiede interventi assistenziali o trattamenti di favore per Venezia», ha spiegato ieri, a nome dei firmatari, il segretario della Fondazione, Nicola Pellicani. «Quello che si chiede, con urgenza, è un trattamento equo del Governo alla nostra città che continua a subire un carico fiscale e tagli al bilancio nella stessa proporzione di dieci anni fa, quando il Casinò e la Legge Speciale ancora garantivano delle entrate finanziarie che da anni il Comune non ha più a disposizione. Se questo ingiusto trattamento da parte del Governo non verrà corretto al più presto in modo strutturale, ci saranno seri e gravi problemi per la prossima amministrazione comunale che sarà scelta dai cittadini nella primavera prossima».
Nell’accorato appello si afferma che «al di là dei limiti e degli errori delle passate amministrazioni, le pesantissime difficoltà che sta incontrando la stessa attuale gestione commissariale del Comune di Venezia, nel tentare di raggiungere quegli obiettivi, dimostrano che il vero problema è in effetti la natura, la logica del Patto di Stabilità, del quale tutti i comuni italiani, da tempo, chiedono una modifica, denunciandone l'insostenibilità. Nel caso di Venezia, le difficoltà sono addirittura moltiplicate poiché, nel calcolo che definisce gli obiettivi da rispettare, non entrano solo, come negli altri Comuni, le risorse derivanti dai trasferimenti ordinari, peraltro falcidiate dai tagli di questi anni. «Nel calcolo che riguarda Venezia», spiega infatti l’appello, «entrano anche risorse derivanti da fonti particolari, come la Legge Speciale o il Casinò, e non solo, che oggi sono ridotte ai minimi termini».
Alla presentazione dell’appello salva-Venezia erano presenti anche l’ex assessore comunale Gianfranco Bettin di 2020 Venezia, l’ex consigliere comunale di Forza Italia Cesare Campa, il presidente della Municipalità di Mestre Centro, Massino Venturini, del Pd, il direttore dell’Ava (albergatori) Claudio Scarpa, Paolo Zabeo della Cgia di Mestre, i sindacalisti Sergio Chiloiro (Fp-Cgil) ed Emanuele Scarparo (Fpl-Uil) e l’ex consigliere comunale Sebastiano Bonzio di Rifondazione Comunista. Tutti ieri hanno rinnovato la loro adesione all’appello, con toni pesanti, come quelli dei sindacalisti dei dipendenti del Comune che temono nuovi tagli salariali e occupazionali, di Gianfranco Bettin che ha proposto uno «sciopero generale di Venezia» per liberarla dal Patto di Stabilità e Claudio Scarpa che ha ricordato che sugli albergatori veneziani gravano un aumento del 30% in più di costi, la maggior tassazione d’Italia e il fardello di dover restituire allo Stato 100 milioni di euro di sgravi ricevuto negli anni che furono.
«Per il Comune di Venezia», spiega l’appello della Fondazione Pellicani, sottoscritto dalle forze sociali, «è materialmente impossibile, o quasi, rispettare obiettivi definiti in un'epoca di ben maggiori entrate. Lungi dal richiedere interventi di tipo assistenziale, è necessario che il Parlamento e il governo ridefiniscano gli obiettivi del Patto, togliendo dal loro computo le entrate che oggi sono venute meno, parificando la situazione di Venezia a quella degli altri Comuni. In caso contrario, riteniamo che Venezia andrà incontro a una drammatica crisi che bisogna scongiurare, creando le condizioni per rigenerare la città. Ma bisogna agire subito, in questi giorni, in queste ore».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia