Appelli per il rischio polveri sottili non ascoltati

Le associazioni antismog: Pm 10 e Pm 2,5 sei volte oltre i limiti di legge, Venezia come Pechino

MESTRE. Anche quest’anno gli appelli a fermare la tradizione dei falò dell’Epifania è caduta nel vuoto. La cooperativa di Forte Carpenedo, a Mestre, dopo 14 anni ha cancellato il rituale falò sull’acqua: non per motivi ambientali, ma per i cantieri in corso e per le complicazioni legate alle norme sulla sicurezza per questo tipo di eventi. Magra consolazione, in una provincia in cui domenica saranno centinaia i falò dell’Epifania.

A Treviso, città più inquinata del Veneto nel 2018, scatta la limitazione con lo spegnimento entro la mezzanotte di oggi, sabato 5, ma con pire di legna da ardere alte fino a due metri. Magra consolazione. Chi soffre di malattie polmonari o di asma, e molti sono bambini, vivrà tra sabato e domenica ore difficili visto che i roghi della tradizione scaricano nell’aria in poco tempo quantità enormi di polveri sottili (Pm 10 e Pm 2,5) e spesso i grafici delle antenne di rilevamento vanno fuori scala.

Da Mestre, associazioni e comitati cittadini attenti allo smog e alle conseguenze sulla salute sono tornati a lanciare un appello, invano, al governatore Zaia e al sindaco Brugnaro per limitare i falò e i panevin. «Anche il 2018 si è rilevato un anno inquinato da polveri sottili sia nella frazione del Pm 10 che in quella del Pm 2,5», ha spiegato con un comunicato dell’Assemblea permanente contro il rischio chimico. «Decine di superamenti del limite giornaliero con conseguenze gravissime per la salute della popolazione che da anni respira un’aria pesantemente inquinata da sostante tossiche e cancerogene».

Le azioni di risanamento dell’aria attuate dal Comune capoluogo e nell’area metropolitana vengono considerte inadeguate. Va anche ricordato che le azioni messe in campo da Venezia, rispettando l’accordo tra Regioni a livello padano, in molti dei 44 comuni dell’area metropolitana non sono state minimamente copiate, vanificando un intervento d’area vasta. Nel piano del Comune c’è il divieto di accensione di fuochi e ci sono misure di limitazione anche per il riscaldamento a legna. Ma i Panevin della tradizione sono salvi, perché esentati.

«A conferma di ciò la deroga da parte della Regione Veneto e dei Comuni per i falò tradizionali dell’Epifania nonostante i valori superiori anche 6 volte il limite consentito in concomitanza registrati con l’accensione dei falò», continua a spiegare l’assemblea contro il rischio chimico. «Nel 2013 ben 313 microgrammi per metro cubo a Venezia, i più alti in tutto il Veneto. Nel 2014 per 24 ore l’aria della provincia è stata la peggiore al mondo, peggio di quella di Pechino, e così negli anni successivi».

«Eppure - aggiunge l’associazione - l’Organizzazione mondiale per la sanità dice che gli inquinanti prodotti dal fumo delle biomasse vegetali sono prodotti chimici altamente irritanti per l’apparato respiratorio. La conferma dalle centinaia di allarmate telefonate ai vigili del fuoco e i preoccupati commenti nei social forum di cittadini».

Anche in questo gennaio 2019 la tradizione batte la precauzione ambientale e non ci sono azioni di limitazione che tengano, per un giorno di festa da rispettare. Poco male se come l’anno scorso i livelli di smog arriveranno a superare anche di tre volte e mezza il limite di legge. —
 

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