Appartamento al centro di una truffa, scatta il sequestro

L'alloggio è in piazza Trieste. L'indagine è partita dalla denuncia della titolare di una agenzia immobiliare raggirata da madre e figlio
DE POLO - DINO TOMMASELLA - JESOLO LIDO - CONF. STAMPA PER PRESENTAZIONE INAUGURAZIONE NUOVO COMMISSARIATO
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JESOLO. Lo scorso aprile al commissariato di polizia di Jesolo si è presentata la titolare di una nota agenzia immobiliare e di affitti del luogo per denunciare  una donna, P.C., classe 1962 e il figlio D.E., classe 1998, entrambi italiani e residenti nella provincia ovest del veneziano, per il reato di truffa. La titolare dell'agenzia ha spiegato che nel mese di gennaio si era presentata nella sua agenzia la signora P.C., la quale si dimostrava interessata a prendere in locazione un appartamento in Piazza Trieste; pertanto, dopo avere effettuato le dovute verifiche, la trattativa andava a buon fine e veniva fissata la data della stipula del contratto per il giorno 1 febbraio 2017. In quella data P.C. si presentava, con il figlio, chiedendo se fosse possibile intestare il contratto solamente a quest’ultimo, ma ricevendone risposta negativa veniva cointestato ad entrambi. L’accordo prevedeva che il giorno della stipula il locatario si presentasse con due ricevute di bonifici bancari rispettivamente di 2.600 e 610 euro, relative il deposito cauzionale ed il compenso agenzia. Nei giorni successivi sul conto dell'agenzia non è stato recapitato nulla e la titolare dell'agenzia di affitti si recava presso la filiale ove era stato effettuato l’ordine, dove scopriva che sia il numero di conto corrente che l’operazione bancaria erano inesistenti, e pertanto si rendeva conto di essere stata vittima di una truffa. Circostanza confermata anche dal proprietario dell’appartamento, che verificava che nessuna somma era stata accreditata sul suo conto corrente. L'istituto di credito confermava che le ricevute contabili non erano compilate conformemente ai modelli in uso ed altresì non risultavano effettuati bonifici con i numeri indicati. Nell'indagine della polizia di Jesolo è stato accertato che la donna era effettivamente l’artefice di tutta la trattativa, mentre il figlio aveva rivestito solo una parte marginale. P.C. è risultata già conosciuta dalle forze dell’ordine come soggetto dedito alla consumazione del reato di truffa: infatti da accertamenti svolti, è risulta essere stata già condannata con sentenza divenuta irrevocabile nel 2015 dal Tribunale di Venezia   per il reato di truffa, in quanto incaricata con procura speciale per la vendita di un appartamento, ne  tratteneva metà del compenso della vendita ed alienava  altresì l’arredamento dello stesso.  
Accertato il raggiro con ricevute di bonifico bancario, (risultate successivamente false), i poliziotti del Commissariato di Polizia di Jesolo che hanno effettuato le indagini hanno chiesto alla Procura della Repubblica di Venezia il sequestro preventivo dell’immobile, eseguito dopo che il 30 maggio la Procura di Venezia Ufficio Gip ha emesso il provvedimento di sequestro preventivo.

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