Appartamenti al porto di Jesolo. Fallita la Faro Immobiliare

Un affare da 150 milioni di euro che non è mai riuscito a decollare. A rischio anche le imprese artigiane che hanno lavorato al progetto

JESOLO. È fallita la società Faro Immobiliare al Porto turistico di Jesolo, un altro duro colpo per la nautica sul litorale. Con sentenza pronunciata il 5 dicembre scorso dal tribunale di Venezia, cala il sipario su questa società che seguiva la vendita delle unità immobiliari (126 appartamenti di lusso, in vendita fra i 230 e i 500 mila euro) costruite davanti allo specchio acqueo al lido. Nominato il curatore fallimentare che porterà avanti la procedura. I vertici della società Faro – Angelo Gentile, 76 anni, e il figlio Andrea, 39, padovani d’origine e trevigiani d’adozione – avevano coordinato la grande operazione da 150 milioni di euro benedetta dal Comune di Jesolo nel 2004 con l'approvazione del progetto, avviata nel 2006 e giunta al primo traguardo nel 2009. Un porto «da abitare», lo avevano definito gli operatori immobiliari responsabili del progetto che prevedeva anche una torre di circa 30 piani ideata dallo studio Schiavon e Galfetti di Padova. Una torre mai realizzata. Adesso il fallimento potrebbe trascinarsi dietro anche altre aziende di Jesolo, tra edilizia e costruzioni, tutti coloro che hanno lavorato all’ambiziosa operazione. La procedura fallimentare proseguirà in vista del pagamento dei creditori. Tra questi, alcune banche – forte l’esposizione di Faro con istituti di credito – e l’impresa di costruzioni che ha presentato l’istanza di fallimento, poi accolta. Impresa che reclamava soldi in relazione a un insediamento in fase di realizzazione a Villorba nel Trevigiano. L'esperienza del Porto turistico, comunque, non si fermerà nonostante la brutta esperienza che va a incidere su un settore in profonda crisi. Faro Immobiliare ha costruito la nuova darsena e le unità immobiliari in gran parte vendute; l’attuale gestione della darsena, però, è affidata alla società Porto Turistico di Jesolo con un azionariato diverso e bilanci in salute.

«Quando un'impresa fallisce», ha commentato amareggiato il presidente provinciale della Fimaa-Confcommercio, Alessandro Simonetto, a capo della federazione dei mediatori e agenti d'affari, «è sempre un duro colpo per il settore. Ci auguriamo che si possa superare questo momento difficile legato alla congiuntura economica». Dal consiglio comunale, Luigi Serafin, esponente della lista Tutti per Jesolo, non nasconde la sua preoccupazione per l'economia jesolana: «Dobbiamo riflettere su tutte le aziende che hanno lavorato a questo progetto», dice, «che adesso tremano per le conseguenze del fallimento in corso. La verità è che oggi la tassazione sull'impresa è eccessiva, insostenibile, tanto da impedire la crescita o causare dei crolli».

Giovanni Cagnassi

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