Appalto per la biblioteca a Spinea si riapre il caso

Oggi in Tribunale il geometra del Comune accusato di falsa testimonianza Si punta su due rapporti di polizia giudiziaria per far luce sulla vicenda
Di Renzo Mazzaro
Spinea: villa Simion. Vatrella 16-06-00 Light Image.
Spinea: villa Simion. Vatrella 16-06-00 Light Image.

SPINEA. Va in udienza oggi davanti al Gup Antonio Liguori, una vecchia storia di falsi in atto pubblico su un appalto per la biblioteca di Spinea. La vicenda si trascina dal 2000, anno in cui viene bandita la gara: 416.000 euro per allestire ex novo la biblioteca, dotandola di strutture informatiche.

C’è un solo imputato, Claudio Vianello, geometra del Comune. Parte lesa è Giuliano Bastianello, un imprenditore padovano che si era aggiudicato l’appalto e poi l’ha perso per una sentenza del Tar, che poggiava a quanto pare su documentazione irregolare. Non solo. Il suo controricorso vincente al Consiglio di Stato, che gli riassegnava la commessa, sarebbe stato aggirato con nuovi attestati falsificati dal Comune, in cui si garantiva che la fornitura era già stata completata.

Se le circostanze verranno accertate, Vianello, che è stato solo un teste a discarico, sarà l’unico a pagare. Dopo 14 anni gli autori materiali delle falsificazioni su bolle di consegna e date di protocollo del Comune, sono coperti da prescrizione.

A scorrere le carte di questa storia, si entra in un percorso di guerra. Le ditte si sono inseguite davanti ai tribunali di mezza Italia, ma è la prima volta che dai fascicoli di procedimenti passati in giudicato a Venezia spuntano ben due rapporti di polizia giudiziaria.

Nel primo si legge che «si è potuto riscontrare il tentativo da parte di funzionari del Comune di Spinea di occultare importanti documenti che avrebbero potuto influire sull’esito del processo davanti al Tar del Veneto», naturalmente a favore di Giuliano Bastianello.

Il secondo non è meno perentorio: «Il comportamento doloso posto in essere dai funzionari del Comune e dai rappresentanti legali delle società Harmonie e Ifnet, era finalizzato a dimostrare che la fornitura del materiale d’arredo e informatico era già stata conclusa alla data della diffida, il tutto attraverso documenti di trasporto falsi artatamente predisposti. Questo nel duplice tentativo di evitare pesanti ripercussioni di carattere amministrativo ai danni del Comune, nonché evitare la perdita definitiva della gara d’appalto da parte dell’Ati capeggiata da Harmonie srl».

Questi rapporti erano a conoscenza della procura di Venezia dal 2007.

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