Apologia del fascismo, indagato Scarpa
È questo il reato ipotizzato dalla Procura per il gestore della spiaggia Punta Canna, finita nell’occhio del ciclone
CHIOGGIA. È previsto dall’articolo 4 della legge 645 (legge Scelba) del 1952: apologia di fascismo. È questo il reato ipotizzato dalla procura di Venezia nei confronti di Gianni Scarpa, il 64enne originario di Mirano gestore della spiaggia “Punta Canna” di Chioggia, che ieri è stato iscritto nel registro degli indagati.
La sua spiaggia, ribattezzata la spiaggia fascista, è entrata nell’occhio del ciclone per la presenza di foto, ritratti del duce, e cartelli con frasi che richiamavano al ventennio, tutti rimossi domenica mattina su richiesta della prefettura dopo che il caso era scoppiato a livello nazionale. Nel provvedimento notificato a Scarpa anche il divieto di diffondere con gli altoparlanti discorsi che esaltano la dottrina fascista, discorsi nei quali, per esempio, si esprimeva a favore dello «sterminio dei tossici». La decisione della procuratore capo, Bruno Cherchi, e del sostituto procuratore Francesca Crupi, titolare del fascicolo d’indagine, fa seguito alla dettagliata relazione ricevuta nei giorni scorsi dagli uomini della Digos, un fascicolo contenente anche le foto dei cartelli della spiaggia scattate nel sopralluogo di domenica mattina. Al momento il gestore del lido è l’unico indagato anche perché era l’unico segnalato e denunciato nella relazione depositata in procura dalla Digos. Eventuali altre responsabilità a carico dei soci della società concessionaria della spiaggia - anche se Andrea Delle Donne, a nome di tutti, ha già preso le distanze dalla deriva fascista del lido - saranno valutate nel corso dell’indagine.
«Faremo le indagini del caso. Valuteremo la documentazione e faremo ulteriori accertamenti per poi procedere a seconda dell’esito del nostro lavoro», ha detto ieri Cherchi spiegando di trovarsi, per la prima volta nella sua carriera, di fronte a un’indagine per apologia di fascismo. Sulle polemiche politiche esplose alla notizia dell’apertura del fascicolo e dell’iscrizione nel registro di Scarpa, il procuratore capo ha preferito non intervenire. «A noi», ha concluso, «non spettano valutazioni politiche sulla vicenda perché non ci appartengano, dobbiamo solo capire se, quanto successo, configuri o meno il reato».
Con l’iscrizione di Scarpa nel registro degli indagati, il caso di Punta Canna è tornato a essere terreno di scontro politico. Ad accendere la miccia un post del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, pronto ad offrire difesa legale a Scarpa. «Lasciate lavorare in pace la gente! », ha scritto in un post su facebook, «con assassini, spacciatori e clandestini a spasso, lo “stato italiano” processa le idee. Mettendomi a disposizione di Gianni per un’eventuale difesa legale, mi viene voglia di andare a trovarlo a Chioggia».
«Chi pensa alla goliardata», per il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, «o a un episodio ridicolo si deve ricredere. Non c’è nulla di goliardico, non c’è nulla di ridicolo quando su uno spazio pubblico si rivendica quotidianamente e ossessivamente il fascismo». Per il parlamentare del Pd dice il Khalid Chaouk «è sacrosanta l’indagine della procura».
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