Aperture domenicali, Marghera si mobilita

Oggi raccolta firme e altre iniziative. Centri commerciali e festività al lavoro, le commesse protestano
ZAGO TREVISO MANIFESTAZIONE COMMESSE'' NON TOGLIETECI LA DOMENICA''
ZAGO TREVISO MANIFESTAZIONE COMMESSE'' NON TOGLIETECI LA DOMENICA''

MARGHERA. Marghera si mobilita contro le aperture domenicali. Mentre i giganti dello shopping annunciano che rimarranno aperti a Pasquetta, il 25 aprile Festa della Liberazione e pure il Primo Maggio Festa dei lavoratori per la gioia dei turnisti all’interno delle catene, prosegue la Campagna “Liberaladomenica”, la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare con lo scopo di regolamentare gli orari di apertura degli esercizi commerciali, lanciata da Confesercenti assieme alla Cei (Conferenza Episcopale Italiana). «Sono due gli aspetti che vanno sottolineati», spiega don Gianni Fazzini, direttore della Pastorale per gli Stili di Vita, «da un lato l’apertura dei centri commerciali diventa una ulteriore attrattiva che distoglie le persone dalla frequenza domenicale alle Chiese, oltre al fatto che la frequentazione dei centri commerciali rappresenta un impoverimento nelle relazioni. Inoltre, le persone impegnate al lavoro nei giorni di domenica sono messe in difficoltà nei loro rapporti familiari, senza contare che la chiusura dei piccoli negozi impoverisce i nostri quartieri e li rende meno sicuri».

Proprio per questo la Confesercenti ha concordato con il Patriarcato di Venezia la possibilità di raccogliere le firme davanti alle porte delle Chiese. Oggi sarà la volta del Vicariato di Marghera, sarà possibile sottoscrivere la petizione in ben otto parrocchie, dalle 9.30 alle 12.30: davanti al sagrato della San Michele Arcangelo, la Natività di Gesù Cristo, la Santissima Risurrezione, Santissimi Francesco e Chiara, San Pio X, Gesù Lavoratore e Madonna della Salute e Sant’Antonio. Sulla questione, interviene anche Tiziana d’Andrea leader del Movimento Domenica No Grazie Veneto, ex commessa che ha scelto di dedicarsi alla famiglia: «C’è tanta sfiducia e tanto rammarico, la gente non vede più luce, in questi giorni ci stiamo spendendo per raccogliere più sottoscrizioni possibili entro i primi giorni di aprile, termine ultimo della campagna, il fatto è che la gente si informa ancora troppo poco su quanto accade». Festività religiose e civili, sempre aperto? «Che sia Pasquetta, 25 aprile Festa della Liberazione», spiega, «per me non fa differenza, nel senso che sono tutte ricorrenze, tradizioni legate alla nostra storia e cultura religiosa o meno e per questo hanno un valore. La storia non si può cancellare, è un furto d’identità per la gente, per le persone normali, adesso stiamo a vedere che cosa fa il mondo politico e poi, se ci troveremo costretti, organizzeremo anche qualche cosa a livello nazionale». Tiziana d’Andrea ha appena ultimato un libro, che uscirà a breve e sarà distribuito via posta, in rete e tramite presentazioni pubbliche e che porta un titolo significativo: «Noi, nuovi schiavi della domenica».

Marta Artico

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