Apertura della stagione balneare a rischio
LIDO. L’apertura della stagione balneare potrebbe essere a rischio. Il 28 maggio ci potrebbero essere stabilimenti ancora senza servizi, come la ristorazione o comunque con una situazione da definire, legata a capanne e camerini. Lo segnalano alcuni gestori di concessioni balneari, alla luce del mancato rilascio delle autorizzazioni dal Comune, e delle indagini in corso sulle strutture presenti nelle spiagge. Praticamente tutti gli stabilimenti lidensi sono stati coinvolti nella vicenda, e in molti hanno già demolito ciò che veniva contestato, come per alcune concessioni di San Nicolò e della Venezia Spiagge. In quest’ultima, nella ex Zona A, sono state rimosse le attrezzature della ristorazione sotto le tensostrutture e il gazebo per le informazioni. Tanto che da alcuni giorni le prenotazioni delle capanne sono prese al Blue Moon.
Mercoledì è previsto un nuovo incontro in Procura con il prosindaco Paolo Romor e i tecnici dell’Edilizia privata, nell’ambito delle indagini che hanno portato anche al sequestro di 80 capanne del Miramare, poi dissequestrate. «Avanti di questo passo, e senza le autorizzazioni del Comune, c’è il concreto rischio di non poter fare i lavori necessari e aprire lo stabilimento», osserva Paolo Ballarin, direttore di Venezia Spiagge, società in cui Ca’ Farsetti detiene la maggioranza azionaria. L’1 maggio dovremmo aprire con ombrelloni e camerini, ma senza le autorizzazioni paesaggistiche come si può affittare alla clientela qualcosa che non dispone anche di servizi come la ristorazione o altre attività ricreative?».
E il presidente del Consorzio Balneari Lidensi, Mario Campagnaro, in una nota spiega che «siamo preoccupati per il ritardo nel rilascio delle autorizzazioni che permettono di iniziare la stagione balneare. Una mancata apertura sarebbe un danno per tutta l’isola. Lavoriamo alla luce del sole, i risultati si vedono come i riconoscimenti che riceviamo dai clienti. Abbiamo prodotto tutti i documenti necessari, ottemperato a discutibili provvedimenti di demolizione, e proposto a più riprese incontri per risolvere la vicenda. Chiediamo di poter fare il nostro lavoro. Ma servono le autorizzazioni del Comune al più presto». (s.b.)
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