Aperta a luglio e già chiusa “Kappa” lascia tutti a casa

Dopo la riapertura la pizzeria di piazzale Candiani riabbassa le saracinesche Una cassiera: «Assunti in undici e rimasti in cinque, ora siamo stati licenziati»
Di Marta Artico
Negozi che chiudono, negozi che aprono e negozi che si spostano nel centro di Mestre - nella foto nuova gestione pizzeria Kappa piazza Candiani
Negozi che chiudono, negozi che aprono e negozi che si spostano nel centro di Mestre - nella foto nuova gestione pizzeria Kappa piazza Candiani

Apre a luglio e chiude ad agosto, lasciando a casa i dipendenti che si erano illusi di aver trovato un lavoro. Un contratto, in realtà, l’avevano firmato. Ma ora la doccia gelata: licenziati.

Stiamo parlando della pizzeria “Kappa” in piazzale Candiani. Chi ha più di trent’anni la ricorda con nostalgia, uno dei luoghi dove pulsava il centro della Mestre di una volta, quella del sabato pomeriggio in piazza Ferretto, quando si faceva a spintoni per passare dopo le 18. La pizza si pagava in lire, solo le bibite gasate senza alcol erano concesse, i genitori accompagnavano i figli alle sette di sera e li andavano a prendere alle 21.

A metà luglio sulle ceneri della pizzeria La Corte Sconta, chiusa dopo il fallimento della società che la gestiva, ha rialzato le saracinesche con il vecchio nome di “Kappa”. Prima un’inaugurazione su invito, poi il locale aperto con l’intento di valorizzare il vecchio nome, mantenendo la formula di pizzeria e ristorante. In più si puntava sulle birre artigianali venete e ad ogni piatto, che fosse una pizza, un primo o un secondo, venivano abbinati un vino e una birra particolari.

«A luglio eravamo in undici dipendenti», spiega una cassiera oggi a casa, «poi stranamente siamo rimasti in cinque perché gli altri non hanno superato i 15 giorni di prova. Qualche giorno fa ci hanno detto che eravamo a casa tutti. Prima il contratto di sei mesi a tempo determinato che poteva trasformarsi in qualche cosa di più serio, poi la lettera di licenziamento per “giustificato motivo da ricondursi alla cessata attività”». «Tra l’altro», prosegue la donna, inquadrata come cassiera quinto livello, «non ci hanno pagato alcune ore, mancavano le detrazioni, insomma un sacco di cose che non andavano. Alcuni si sono accontentati della promessa di ricevere anche i soldi del mancato preavviso, altri come me si sono rivolti al sindacato e all’avvocato per ottenere quanto gli spetta».

Racconta ancora: «Ho trovato l’avviso di lavoro su Subito.it, mi sono fidata, ci sono persone come me che hanno una famiglia, che hanno bisogno di lavorare, invece appena messo piede dentro c’era chi già pensava di chiudere. Non si prendono in giro le persone in questo modo». Il responsabile del “Kappa” Mauro Borsatti spiega che non è stata sua la decisione di non proseguire: «Non ho potere di veto, forse i numeri non erano sufficienti per continuare. Il locale riaprirà a settembre, non so dire altro sulle scelte. Io e i dipendenti per ora siamo a casa».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia