Anzianità, pensioni raddoppiate in 12 mesi
È bastata la Legge di Stabilità varata dal governo Renzi, con la quale è stata congelata la riduzione delle pensioni per chi ci vuole andare prima dell’età massima di 66/67 anni – prevista dalla contestata riforma Fornero – per veder raddoppiare il numero di pensioni di anzianità erogate nell’arco dello scorso anno.
Nella provincia veneziana, infatti – come documentano i dati messi a punto dalla Spi-Cgil regionale e veneziana – nel 2015 le nuove pensioni liquidate ed erogate sono oltre 1.600 in più dell'anno precedente e, all'interno di questa cifra, il numero di assegni di anzianità è cresciuto del 94,2%, passando a 2.651 pensioni erogate, contro le 1.365 dell'anno precedente.
«Per scoraggiare l'accesso alla pensione anticipata ai lavoratori che non hanno compiuto i 62 anni di età» spiega Rita Turati, segretaria generale dello Spi del Veneto «la riforma Fornero varata nel 2011 nonostante la nostra forte protesta, aveva introdotto un sistema di disincentivi che colpivano l'importo della pensione. La penalizzazione prevista consisteva nel taglio dell'assegno pensionistico per ciascun anno di anticipo rispetto al 62° anno di età, con una riduzione pari all'1% per ciascuno degli ultimi due anni che mancano al raggiungimento dell’età di 62 anni e del 2% per ciascuno degli anni che mancano per il compimento del 60° anno di età» .
La Legge di stabilità dell'1 gennaio 2015 ha congelato l'applicazione della riduzione della pensione prevista dalla Fornero. In pratica i lavoratori maschi che hanno un’anzianità contributiva di almeno 42 annie 6 mesi (41 anni e 6 mesi per le donne) può andare in pensione anche se ha 60 anni di età e senza nessuna riduzione dell’assegno mensile a cui ha diritto in base alla sua storia contributiva. Altro motivo del boom – ricorda ancora Rita Turati – è legato all'opzione donna i cui requisiti dovevano maturare entro il 31 dicembre 2015». Nel 2015 – come si evince dai dati dell’Inps elaborati dallo Spi-Cgil – sono state liquidate in totale nel territorio veneziano 9.388 pensioni contro le 7.760 del 2014 con un aumento, quindi pari al 21 per cento». In pratica, sul totale delle pensioni erogate, quelle di anzianità rappresentavano nel 2014 il 17,6% del totale delle pensioni elargite dall’Inps a diverso titolo a tutte le categorie di lavoratori dipendenti e autonomi che ne hanno i requisiti –, ma nel 2015 la percentuale è salita di circa 11 punti, arrivando a quota 28,1%. La seconda tipologia di assegno previdenziale più diffuso è relativo alla reversibilità (compresa quella a titolo indiretto) che riguarda per lo più donne.
«A livello di categorie, invece – osserva ancora lo Spi-Cgil – le pensioni liquidate nel veneziano riguardano per lo più lavoratori dipendenti cui spetta il 45% delle posizioni previdenziali accolte nel 2015, con un aumento del 32,5% in confronto al 2014. Poi, a seguire, troviamo gli artigiani (847 pensioni liquidate lo scorso anno, contro le 1.131 dell'anno prima, con un incremento del 33,5%) e i commercianti (758 contro 938, con un più 22,8% sull'anno prima).
Infine, c’è da rilevare il curioso fatto che nei dati relativi al veneziano, sulla base di una ripartizione nazionale l’Inps ha a carico a titolo di “convenzione internazionale” anche i pensionati italiani residenti all’estero, in particolare in Argentina, che sono diminuiti del 17,94 % nel corso del 2015.
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