Anziani raggirati dai sondaggi telefonici, allarme di Adico
MESTRE. La nuova frontiera dei venditori porta a porta? Il sondaggio telefonico. Una tecnica semplice e dal sicuro effetto perché alletta l’interlocutore con l’annuncio della consegna di alcuni buoni gratuiti.
Così sono state “raggirate” tre delle sei persone (quasi tutte anziane) che nel solo mese di gennaio si sono rivolte all’Adico di Mestre per farsi assistere contro queste aziende. Le altre tre, invece, hanno ricevuto prima la solita visita “interlocutoria” e poi, come sempre, hanno avuto qualche tempo dopo la seconda visita “chiarificatrice”.
Insomma, in questo inizio 2018 i venditori porta a porta a Mestre sembrano scatenati, come dimostra appunto l’attività svolta dall’ufficio legale dell’associazione in questo primo mese dell’anno. “Purtroppo – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – non si riesce a fermare questa pratica commerciale scorretta. Noi abbiamo ottenuto l’annullamento di tutti i contratti che non prevedessero il coinvolgimento di una finanziaria, nel qual caso i tempi si allungano, eppure queste ditte, alcune delle quali sono venete, continuano a imperversare senza problemi, magari cambiando di nome quando sanno di essere ormai troppo “conosciute”.
La tecnica di questi venditori disonesti, come denunciato più volte dall’Adico e da trasmissioni televisive, segue canoni ben definiti, anche se il sondaggio è di sicuro una novità. Fino a poco tempo fa, infatti, i venditori facevano una prima visita alle proprie vittime, convincendole a firmare un catalogo, per poi ritornare qualche tempo dopo, ma oltre i 14 giorni previsti per fare il recesso, e rivelare che quel catalogo era un contratto che le impegnava per una spesa che di solito si aggira fra i 2.500 e i 7 mila euro per l’acquisto di arredi per la casa, ma anche pentole o elettrodomestici. Il sondaggio telefonico facilita la prima visita. Infatti, l’operatore chiama la propria “vittima”, le propone un sondaggio e alla fine, come ringraziamento, gli offre buoni “gratuiti” da consegnare a domicilio. A questo punto, il venditore si presenta a casa, fa firmare i buoni che dopo si rivelano impegni di spesa notevole, come con il catalogo.
“Quando si rivolgono a noi – continua Garofolini – le persone sono disperate e dicono di non dormire da notti intere. Sono quasi sempre donne che temono anche l’arrabbiatura del marito. Noi le consoliamo, spiegando che siamo sempre riusciti a farci annullare il contratto anche al di là del recesso. Ma l’angoscia resta tale, oltre al senso di colpa, fino a che il problema non è stato risolto. Le nostre domande sono due?: ma queste pratiche commerciali non sono scorrette? E se lo sono, perché non vengono fermate?”.
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