Anziana derubata il Papa le restituisce quattro volte tanto
«Quando ho preso la lettera, mi sono tremate le mani». A volte accade un fatto che ti fa indignare, perché la goccia trabocca dal bicchiere e tutto appare ingiusto e orrendo. Raramente si verifica qualcosa di stupefacente e improvvisamente la vita torna a sembrare carica di speranza. È quanto ha sperimentato il parroco di Carpenedo, don Gianni Antoniazzi, al momento di aprire una missiva targata Città del Vaticano: la Segreteria di Stato della Santa Sede venerdì ha fatto pervenire un assegno non trasferibile di una banca locale ad un’anziana di Marghera che gravita sulla parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio, derubata a settembre di 54 euro. La firma è dell'elemosiniere, arcivescovo Konrad Krajewski: «La prego di consegnare, nel modo che riterrà più opportuno, il relativo importo alla signora significandole che si tratta di un dono di Sua Santità, il quale l'accompagna con la benedizione apostolica propiziatrice dei desiderati aiuti e conforti divini per essa e per il marito».
Un'ultraottantenne con il marito malato da anni che, dopo essere stata alleggerita di 54 euro, che le servivano per fare le spese, sull’autobus diretto all’ospedale dove accompagna il coniuge, ha preso carta e penna e si è sfogata con sua santità Bergoglio. «Eminenza, siamo due buoni cristiani, mi creda abbiamo aiutato tanta gente». Una lettera semplice con l’intestazione scarna “Per Papa Francesco, Vaticano”.
La missiva ha fatto breccia nel cuore del Papa, che non le ha telefonato, ma si è servito del parroco. «Il Santo Padre mi ha dato questa missiva perché io adempia alla sua volontà, è lo stile con cui lavora il Vaticano, intanto ti affido l’assegno tu verifica la situazione effettiva». Immaginarsi la gioia dell’anziana, ancora scombussolata e quella del sacerdote. «Perché le ha dato 200 euro e non 54?», riflette il parroco. «Ci ho pensato, sono quattro volte tanto. Mi fa venire in mente il Vangelo di Luca, capitolo 19, versetto 2. Gesù va a Gerico e trova Zaccheo, pubblicano e peccatore. Zaccheo dice al Signore: “Se ho frodato restituisco quattro volte tanto”. Io credo che sia questo il riferimento del gesto del Papa, che si rivolge a tutti noi, nessuno escluso, per dirci che stiamo rubando troppo. In modo implicito ci dice che abbiamo frodato, che dobbiamo riconoscerci ladri nei confronti di chi ne ha bisogno».
Un messaggio di povertà radicale, perché c’è chi ha di più e chi ha meno e gli viene tolto anche quello che ha. «Pensiamo a Lampedusa, a quella esclamazione del Papa, quando ha detto “vergogna”. Corriamo il rischio che tutti chiedano? Sono convinto che la gente aiuterà il Papa dieci volte di più ora, che sarà sostenuto, che quando si faranno le raccolte in chiesa per i poveri, si darà molto. L’anziana ha scritto a settembre, il Vaticano ha ricevuto la lettera il 12, ha risposto il 18, la lettera è arrivata via raccomandata l’11 ottobre. Possibile?».
Colpito? «A chi è mai accaduta una cosa simile? È un segno di speranza». Il parroco ha già consegnato il denaro all’anziana, di cui però mantiene l’anonimato, come “ordinato” dal Vaticano. «Il gesto del Papa è una risposta di attenzione», commenta il direttore della Caritas don Dino Pistolato. «A me pare che sia ancora una volta una dimostrazione che il Santo Padre quando parla di periferie ne parla in maniera reale. Periferie a partire dalla persona per finire alla città. È un gesto bello, una testimonianza».
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