Anziana aggredita e derubata nella chiesa di Santa Lucia

Sorpresa alle spalle da due donne che le hanno portato via una collana. Scatta sui social il "Controllo di Vicinato"
La chiesa di Santa Lucia di Tatù, Zelarino, dove è avvenuta l'aggressione
La chiesa di Santa Lucia di Tatù, Zelarino, dove è avvenuta l'aggressione

ZELARINO. Una aggressione in piena regola, avvenuta nel posto più sacro della zona, la chiesa di Santa Lucia di Tarù, e di mattina presto. Vittima della disavventura, una anziana e parrocchiana del paese, che era entrata in chiesa per sistemare alcune cose sull’altare ed è stata assalita alle spalle, da due giovani. La donna, tramortita e impaurita, è caduta a terra mentre le due ladre sono scappate a gambe levate, dopo aver rubato una collanina. Pochi secondi dopo l’aggressione, la donna è stata soccorsa da altri parrocchiani che ne hanno udito le grida ed è stata chiamata subito una ambulanza che ha portato l’anziana al vicino ospedale.

Il racconto dell’episodio, che già di per sé ha trovato facile eco nella piccola Santa Lucia Tarù, s’è amplificato grazie al capillare passaparola esploso su WhatsApp grazie al progetto del “Controllo di vicinato”, che alla Gatta è partito ufficialmente lo scorso maggio andando a coinvolgere circa 200 famiglie, 22 referenti e 12 strade. Ieri nel giro di una decina di minuti, tutti i nuclei che fanno parte dell’iniziativa coordinata da Ivan Moro (responsabile del progetto e coordinatore anche a livello nazionale) sono venuti a conoscenza del fattaccio e, soprattutto, hanno potuto ricevere la descrizione delle due giovani, probabilmente zingare, che si sono intrufolate in chiesa aggredendo l’anziana alle spalle. In questo modo nella zona s’è già alzato il livello di attenzione e non sarà facile per le due ladre farla franca rimanendo ancora in zona.

Dunque, il controllo di vicinato funziona, soprattutto come deterrente ma anche come strumento di “allarme” sociale, che impedisce, per esempio, lo svolgersi di furti seriali nella stessa zona. «La rete che abbiamo creato qualche mese fa» spiega Moro «ha elevato il livello di guardia delle famiglie ma anche la loro sicurezza. Ci si basa soprattutto sulle segnalazioni di presenze sospette, sempre tramite WhatsApp o Facebook o, per chi non ha né l’uno né l’altro, tramite una semplice chiamata o un messaggio al cellulare. Ma con il controllo di vicinato abbiamo segnalato anche furti, scongiurandone altri. Due settimane fa, conclude Ivan Moro, ce ne sono stati due in via Monzambano e la rete che fa parte del progetto si è subito messa in moto per avvertire tutti gli abitanti di quella zona. In questo modo crediamo di aver evitato ulteriori raid da parte dei ladri in quella strada».

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