«Antonio rientri a casa per riprendere la sua vita»

Pianiga. I due genitori trovati morti il 2 settembre, l’alloggio è sotto sequestro Appello del sindaco Calzavara alla magistratura: «Aiutiamo quel ragazzo»
Di Alessandro Abbadir

PIANIGA. «Faccio un appello alla magistratura. Permetta ad Antonio Garbin il ragazzo che ha visto un mese e mezzo fa la morte dei suoi genitori di rientrare nella sua casa di via Papa Luciani così da poter riprendere tranquillamente la sua vita».

A fare questo appello è il sindaco di Pianiga Massimo Calzavara. Il sindaco e tutto il Comune stanno dando il massimo appoggio possibile al giovane che è stato vittima suo malgrado della morte del padre Gianni, che si è impiccato e della mamma Daniela trovata morta nella loro casa il 2 settembre scorso.

Su quello che sia successo nella casa di via Papa Luciani a Pianiga, a ridosso del teatro comunale, non c’è ancora chiarezza a distanza di parecchie settimane. Non si sa cioè se si sia trattato di un omicidio suicidio o di una morte naturale seguita da un suicidio. Quello che è certo è che Gianni si è impiccato. Gianni lavorava in una ditta di lavorazione della carne a Santa Maria di Sala e la moglie Daniela era infermiera all’Asl 13.

Gianni aveva fatto capire nelle settimane precedenti alla sua morte di essere fortemente preoccupato per la perdita del suo posto di lavoro. Ai funerali dei coniugi, che si è tenuto in modo congiunto, c’era a Pianiga un paese intero.

«In queste settimane», spiega il sindaco, «siamo rimasti in contatto con i parenti del ragazzo e sappiamo che per ora Antonio in casa non ci può entrare».

L’appartamento in via Papa Luciani, dove risiedeva la coppia, è ancora rimasto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria e per ora Antonio vive a casa dello zio Giuseppe Guidolin e della nonna paterna».

Le indagini della magistratura insomma sono ancora aperte e non si è sciolto il nodo della dinamica dell’evento. Indagini che potrebbero ancora durare a lungo.

«Al di là di cosa sia successo», ribadisce il sindaco, Massimo Calzavara, «il nostro compito ora è cercare di rendere migliore la vita a questo ragazzo che è stato colpito da una tragedia così grande. Per ora non può entrare in casa nemmeno per prendersi i suoi effetti personali.Noi abbiamo anche offerto un supporto psicologico con i servizi sociali».

In queste settimane il giovane Antonio che è conosciuto come una giovane promessa del tennis in Riviera ha avuto l’affetto di tante persone che sono venute a fargli visita in questo mese e mezzo di grande dolore per lui.

«Speriamo», dicono in paese, «che alla tragedia non si aggiungano altri impedimenti che rendano difficile la vita di questo ragazzo che a meno di 20 anni ha già perso i suoi più grandi affetti».

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