Antonio, da parrucchiere a “domatore” di pappagalli

Tre anni fa la scelta: «Mollo tutto e vado a lavorare nei circhi con moglie e figlia». Ora è una delle attrazioni dell’Arlette Gruss in tournée fino a dicembre in Francia

RESANA. Che vita può inventarsi un congegnatore meccanico con la passione per gli animali e 29 anni passati nel suo salone armato di forbici, pettine e phon a sistemare ciuffi e cofane? A non voler essere banali si può cucirgli addosso quella di un “domatore di pappagalli”. Ma neppure lui, Antonio Zatta, nato a Resana (Treviso) 51 anni fa, avrebbe dato la riposta esatta, se solo gli avessero fatto la domanda nel 2012 quando era ancora un parrucchiere. Ma l’imprevedibile è dietro l’angolo e quella che era una passione coltivata a grandi livelli è ora diventata il suo lavoro. Tanto da fargli firmare un contratto esclusivo con il Cirque Arlette Gruss, il circo francese più importante d’Europa tra quelli che presentano spettacoli con gli animali. Per popolarità, secondo solo all’imbattibile Cirque du Soleil che regala sorrisi ed emozioni con le prodezze dei suoi acrobati in una sfida continua alla gravità. Fino al prossimo 15 dicembre Antonio Zatta sarà uno dei duecento dipendenti dell’Arlette Gruss con una tournée in Francia fitta fitta di date e almeno duemila spettatori a ogni esibizione. Da domani a Frejus («vicino alla mia Italia»), e poi a Montpellier, Avignon, Grenoble, ... fino alla chiusura con il botto dei 40 giorni a Parigi, la Ville Lumière, il sogno di ogni circense.

«A Natale sarò a Dresda in Germania», detta la sua agenda Antonio, sotto suggerimento della moglie Maria Lazzer di Canazei, che lo segue ovunque con Teresa, la loro figlioletta, 3 anni appena ma già una vera e propria venerazione per tutti gli artisti del circo. Quindi il rientro in Italia, con i suoi 14 inseparabili pappagalli al seguito. «E poi, chissà? C’è un bel progetto, ma...». E si ferma: meglio tenerlo segreto. «Per scaramanzia», incrocia le dita. E l’Antony Parrot Show scivola via: cinque minuti di grande spettacolo in pista con i suoi coloratissimi pappagalli, che ripagano delle fatiche - e non sono poche - della vita circense. «Sveglia alle 7 del mattino, tre ore di pulizia dei miei splendidi amici con l’aiuto di mia moglie e poi il primo spettacolo alle 9.45, il secondo alle 14 e l’ultimo alle 19.30, nelle giornate più cariche. Si viaggia di notte - ed è durissima- per raggiungere le nuove piazze, si spianta e si ripianta tutto a 3-400 chilometri di distanza».

Antonio ha inciso nel cuore l’amore per gli animali. «Da piccolo volevo un cavallo, ma i miei non me l’hanno comprato». E allora con il primo stipendio ecco arrivare gazze ladre, cigni, gru coronate... Nelle mani ha la magia: la stessa usata per colorare chiome, creare originali pettinature e fare,18 anni fa, i primi giochi di prestigio. «Ho iniziato con spettacoli per gli amici, animavo le feste di compleanno». Un modo per dare sfogo a un’attrazione irresistibile per il mondo dello show. Di giorno, 12 ore nel salone di via Martiri a Resana ereditato da papà Vasco che a sua volta lo aveva ricevuto da nonna Sadowa. «Fino al diploma in congegnatore meccanico conseguito all’Ipsia di Castelfranco non avevo mai messo piede in negozio», confessa Antonio. Dopo il lavoro, di sera, l’addestramento degli animali fino all’arrivo di un meraviglioso pappagallo con il ciuffo come lui: Flipper, un cacatua. «Mi sono ricordato di un vecchio album con le foto di una magnifica giornata a Gardaland», vola indietro nel tempo, «avevamo immortalato lo spettacolo con i pappagalli di Flora, allora l’unica donna addestratrice in Italia. Ho studiato le foto e costruito il mio primo show». Tutto fatto in casa, persino gli attrezzi realizzati da un vecchio amico di famiglia, Tarcisio Baldassa. E si è aperto un mondo per Antonio.

«Ho venduto tutto: scatole per la sparizione, trucchi per le magie, cilindri e conigli e mi sono concentrato sui pappagalli». Ecco il primo numero con Flipper sui pattini, due-tre minuti per divertire gli amici. Quindi l’acquisto di Andrew, «un ararauna», di Petra, «un’arachloroptera», di Carol e via con numeri sempre più spettacolari per i clienti dei grandi hotel di Jesolo, Caorle, Bibione e poi nei templi del divertimento dell’ex Jugoslavia.

Antonio nel suo vecchio negozio di parrucchiere
Antonio nel suo vecchio negozio di parrucchiere

Tre anni fa la scelta di lasciare tutto: sciolta la società con Laura Crosetta, la collega di sempre che gestisce il salone a Resana, Antonio ha deciso di vivere facendo il “domatore” di pappagalli. Ha lavorato con gli Orfei. «Una bella esperienza, ma l’Italia non ha la cultura del grande circo come la Francia. Da noi soldi pochi e tanta fatica. All’estero puoi vivere. Gli amici mi apprezzano, ma qualcuno mi dà dello zingaro e ciò mi ferisce. Poi penso a dove sono arrivato da autodidatta: il top del top per chi fa il mio lavoro, e tutto passa. In Europa siamo in due a far volare in contemporanea più pappagalli. Ce l’ho nel sangue, come il mio bisnonno Felice Antonio». E ogni tanto al circo tra una prova e uno spettacolo ci scappa pure un taglio e piega veloce. Un ritorno di fiamma?

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