Anticorruzione, tensione in Consiglio
Diventa un caso politico la presentazione del nuovo piano anticorruzione del Comune per la “bocciatura” preventiva disposti dagli uffici tecnici di tutti e 50 emendamenti presentati da Renzo Scarpa e Ottavio Serena, i due consiglieri già nella Lista Brugnaro e usciti dalla maggioranza - in polemica sul bilancio - per approdare al Gruppo Misto. Serena in particolare era proprio il delegato del sindaco per l’anticorruzione.
La polemica - suscitata da Scarpa e Serena - è che buona parte degli emendamenti presentati, correggevano, a detta dei suoi consiglieri, errori grammaticali e sintattici, oltre che a quelli di merito, riguardanti temi come i conflitti di interesse, il monitoraggio delle attività, i protocolli di legalità, i rapporti con le società partecipate.
«Non si è mai visto che un emendamento venga dichiarato inammissibile perché corregge un errore ortografico» ha tuonato Scarpa «è una cosa che fa vergogna a questo Consiglio. Evidentemente i motivi della bocciatura sono altri», facendo intendere una “censura” politica. Sta di fatto che, sull’onda delle proteste, il presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano sospendeva la seduta e si riuniva con il vicesegretario comunale Francesco Vergine, per conoscere ragioni e motivazioni della bocciatura degli emendamenti, anche di quelli di correzione ortografica o sintattica. Dopo l’interruzione, gli uffici, in particolare con la segretaria generale Silvia Asteria confermavano e motivavano il loro no agli emendamenti. E lo stesso Brugnaro ha confermato piena fiducia nelle decisioni dei suoi tecnici.
Per il consigliere Scano del Movimento Cinque Stelle le motivazioni dei tecnici non stavano in piedi, con giudizi di merito e un precedente simile non si era mai visto. Uno slittamento della discussione e del Consiglio che ha impedito anche che esso prendesse posizione - come era intenzionato a fare - sulla contestata questione della soppressione del Punto nascite dell’ospedale Civile, previsto dal Ministero della Salute, su cui ha già preso posizione il presidente della Regione Luca Zaia chiedendo una deroga al Ministero per il mantenimento della struttura pediatrica.
Depositate due mozioni, una dalla maggioranza e una dall’opposizione. Quella della maggioranza, che reca tra gli altri le forme del capolista della Lista Brugnaro Alessio De Rossi e di quello della Lega Giovanni Giusto, sostiene la richiesta di deroga indirizzata dalla Giunta regionale al Ministero della Salute per il mantenimento del Punto nascite del Civile, ribadisce l’importanza del fatto che si tenga in considerazione a livello regionale e nazionale la specificità veneziana e sostiene la Giunta in tutte le azioni a tutela della sanità veneziana.
Più specifica quella presentata dalle opposizioni e che reca come prima firmataria la consigliera del Pd Monica Sambo, che chiede anch’essa che il sindaco si impegni con la Regione e il Ministero per il mantenimento del Punto nascite del Civile, ma invita a chiedere un tavolo di confronto per arrivare il prima possibile all’accoglimento della deroga «per garantire che il Punto nascite di Venezia possa accogliere anche i parti cosiddetti complicati e che comunque la struttura sanitaria del San Giovanni e Paolo sia di primo livello per la tutela della salute delle mamme e dei nascituri».
Se il Punto nascite del Civile non fosse abilitato a ospitare i parti complicati, si depotenzierebbe notevolmente la sua struttura anche a livello di personale. Sul tema erano intervenuti nei giorni scorsi anche i presiedenti delle due Municipalità Andrea Martini e Danny Carella. È stata sollecitata anche un’audizione sul tema del direttore dell’Usl 3 Giuseppe Dal Ben.
Enrico Tantucci
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