Antenna Tre, Panto chiede il concordato
TREVISO. Torna a farsi in salita il futuro del canale televisivo Antenna Tre e dei suoi 56 lavoratori. Nel pomeriggio di ieri Thomas Panto, amministratore unico dell’emittente, ha improvvisamente annunciato di aver presentato istanza di concordato preventivo. Gesto che mette a rischio la prosecuzione dell’attività aziendale e l’affitto di ramo d’azienda alla Eu Regional Media. Durissima la replica della struttura sindacale: «Una procedura inaccettabile».
«Dopo un lungo e complicato periodo segnato da una forte difficoltà del settore televisivo e nonostante gli sforzi economici profusi», ha reso noto Panto, «la proprietà ha raccolto l'opportunità di dare continuità all'emittente cedendo in affitto il ramo d'azienda alla società EU Regional Media srl». Un’operazione che consentirebbe di preservare il valore dell’azienda e dare un futuro a buona parte dei 56 dipendenti. Secondo Panto però l’istanza di concordato si sarebbe resa necessaria per i problemi posti da una parte dei lavoratori. «Le trattative in atto da settimane necessitano tuttavia dell’adesione da parte di tutto il personale, cosa non verificatasi entro il termine odierno nonostante gli sforzi di coordinamento delle parti sindacali. Al fine di non compromettere il futuro dell'emittente si è resa pertanto indispensabile la domanda di ristrutturazione, che impone ora una accelerazione della chiusura degli accordi con il personale».
Affermazioni contestate dall’organismo sindacale di Antenna Tre: «Apprendiamo con sgomento che l’amministratore unico ha presentato istanza di concordato preventivo», si legge in un comunicato del Cdr, «tale procedura è assolutamente inaccettabile e rileviamo che alla fine di un’estenuante, difficile e dolorosa trattativa Thomas Panto, con un gesto unilaterale, ha deciso di far precipitare la situazione accollando maldestramente ai lavoratori le responsabilità del presunto fallimento dell’operazione».
Anche Roberto Paladin, amministratore unico della Eu Regional Media che doveva prendere in affitto il ramo d’azienda, si dice spiazzato dal gesto di Panto. «Dovevamo partire domani (oggi, 1 giugno, ndr) ma questo cambia le cose», spiega l’imprenditore, «avevo posto il 15 giugno come data ultima oltre la quale non sono disposto ad andare avanti. Ma ora si dovrà parlare con un commissario». A pesare sulla decisione di Panto potrebbero esserci anche alcune “sorprese” emerse alla chiusura del bilancio. E i dipendenti fanno sapere che non sono disposti a fare sconti: «Ricordiamo che l’accordo prevede il pagamento della tredicesima mensilità di dicembre 2015, non ancora corrisposta ai dipendenti, come tutte le mensilità 2016».
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