Antenna di Cinto, interviene l’Arpav

Malattie e problemi di salute per chi abita vicino all’impianto. I residenti scrivono al prefetto
Di Gian Piero Del Gallo

CINTO. La storia scorre i tempi cambiano ma i problemi di salute sono rimasti. Anche l'antenna. La gente ha paura e punta ancora il dito contro il ripetitore per la telefonia mobile, causa secondo loro, di emettere onde invisibili e dannose. Ma che sia proprio tutta colpa dell'antenna e delle sue emissioni? Due coniugi che hanno la loro camera da letto a poche decine di metri dall'impianto, hanno affermato all'epoca e riconfermato ieri, che soprattutto di notte, alle loro orecchie giunge un ronzio fastidioso, strano e continuo, che ne disturba il quieto vivere, nonché il riposo e crea tensioni ed irritabilità. La signora è una delle persone colpite da seri problemi di salute così come lo sono altre che abitano nel condominio sul quale incombe l'antenna o che abitano nelle case vicine che ricadono all'interno del campo prodotto dall'antenna. Le doglianze dei residenti che abitano vicino all’impianto, installato una decina di anni fa, sono arrivate al commissario prefettizio Natalino Manno che dopo aver analizzato la situazione ha deciso di intervenire.

«Ho ricevuto alcune segnalazioni in merito e mi corre l'obbligo quindi di verificare la reale consistenza dei timori della gente. Voglio solo vederci chiaro e per questo ho richiesto all'Arpav di effettuare una serie di rilevamenti sulla qualità dell'aria e sulle emissioni per poter fornire ai cittadini una risposta tecnica e professionalmente precisa, sulla situazione. Ho parlato personalmente con il dottor Sepolcri dell'Arpav», conclude Manno, «Mi ha garantito che entro breve tempo effettuerà il controllo richiesto».

Polemiche per anni, raccolta di firme da parte dei cittadini residenti nelle immediate vicinanze per ostacolarne la realizzazione, azioni legali del Comune che fu costretto ad arrendersi al gestore dell’impianto che rifiutò un sito alternativo offerto dall'aministrazione comunale, preferendo un terreno privato che si incunea tra le case ed un condominio. Con la legge nazionale Gasparri il gestore impose l'antenna per i cellulari.

«Come Comune allora non avevamo concesso nemmeno l'autorizzazione a costruire», spiega ancora oggi l'ex sindaco Luigi Bagnariol, «ma il gestore fece ricorso direttamente a Roma e nonostante avessimo predisposto il piano antenne, proprio per evitare che sorgessero ovunque, le indicazioni votate in Consiglio non vennero tenute in alcuna considerazione e l'antenna venne autorizzata».

Le polemiche proseguirono così come i problemi dei cittadini tanto che qualcuno di loro tentò di intraprendere le vie legali, ma le spese da sostenere erano troppe. Inoltre le verifiche dell'Arpav avevano rilevato allora che le emissioni rientravano nei parametri.

Ma nel corso degli anni però i problemi di salute di quanti risiedono nella zona sulla quale insiste l'antenna, non si sono arrestati, anzi sono aumentati i casi di leucemie, tumori e problemi alla tiroide; l'ultimo è ancora in terapia chemio all'ospedale di Padova. L’antenna non c’entra nulla? Lo stabilirà l'Arpav.

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