Anni Azzurri, un caso di scabbia screening per oltre 300 persone
FAVARO. Un caso di scabbia alla casa di riposo “Anni Azzurri” di Favaro Veneto: dopo il sospetto che alcuni anziani ricoverati ne fossero affetti ieri è arrivata la conferma del servizio di dermatologia dell’Asl 12. Il contagio riguarda fortunatamente una sola persona, che già da una decina di giorni era stata isolata, limitandone i contatti con gli altri ospiti della struttura. Ieri la direttrice della casa di riposo, Federica Trentin, ha tenuto una riunione con il personale per decidere quali precauzioni prendere in questi giorni, e qualora dovessero verificarsi dei nuovi casi.
Di sicuro c’è che per i 150 ospiti della casa, i 140 dipendenti e i 15 disabili del centro La Fenice che sono ospitati nella stessa struttura “Anni Azzurri”, del gruppo Kos, è stato previsto un servizio di screening e profilassi - per tutti gli ospiti e una parte del personale - per evitare che la scabbia si possa diffondere. Si tratta infatti di un’infezione piuttosto contagiosa della pelle causata da un parassita molto piccolo, un acaro che si inocula sotto la pelle e provoca un forte prurito allergico. La notizia del paziente affetto da scabbia - nelle cronache non sono rari casi del genere in altre case di riposto italiane - ha presto fatto il giro degli altri ospiti e dei loro familiari, molti dei quali si sono preoccupati. «L’anziano infetto dalla scabbia, probabilmente scabbia norvegese, piuttosto resistente», spiegano dalla struttura di Favaro, «è già stato sottoposto ai primi cicli di terapie che già eliminano il rischio del contagio. Per i controlli e le verifiche è stato coinvolto anche l’ufficio Igiene dell’Asl, che ha messo a disposizioni i suoi dermatologi. Oggi la situazione è sotto controllo».
Una versione confermata dai sindacati, secondo i quali la casa di riposo ha seguito il giusto protocollo, tutelando ospiti e personale dipendente.
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