Anna, il sacrificio di una santa laica “per amor vostro”

di Michele Gottardi
Una scommessa vinta e un’occasione diversa per il cinema italiano. Last but not least, è il caso di dirlo per il film di Giuseppe Gaudino, “Per amor vostro”, quarto italiano in concorso eil migliore del lotto in forza di una capacità visionaria, immaginifica, rara nel cinema nostrano, che d’un lato continua la sperimentazione del regista di Pozzuoli, dall’altro mostra un consolidamento narrativo che lo porta verso una maturità che non nega, ma rafforza, il ricorso a diversi linguaggi, compreso il Lis, il linguaggio dei segni per comunicare con i sordomuti, come il figlio della protagonista, l’animazione e l’elaborazione computerizzata.
“Per amor vostro” è la storia di Anna, una donna ora fragile mentre è stata una bambina coraggiosa: durante la festa dell’Assunta era lei la prescelta per il volo dell’angelo dal campanile. Negli anni ha accettato, per amore degli altri, talmente tante cose che la sua vera natura si è appannata. Per amore dei tre figli e della famiglia, ha lasciato che la sua vita si spegnesse, lentamente. Fino a convincersi di essere una “cosa da niente”: ma un lavoro le dà finalmente la forza di reagire. Alternando il bianco e nero della realtà, grigia, incolore, alla variopinta dimensione del sogno e del ricordo, Gaudino opera un contrasto tra la vita sperata e quella vissuta, mentre un mare torbido e passionale («molto freudiano», precisa il regista) si muove limaccioso sotto le finestre e sopra passano nuvole che sembrano uscire dalle tavole di un fumetto dark. Anna - ed è brava Valeria Golino a darci un tocco di drammaticità pur all’interno di una dolcezza più ampia - è dipinta come una sorta di “santa”, dice ironicamente Gaudino, fecondo riferimento alle icone del barocco napoletano cui attinge a piene mani.
«È una storia al femminile, in cui i due uomini intorno a lei sono due aspetti del Male. Ci interessava raccontare il rischio di una donna che non vede più, non ha più il senso della realtà», aggiunge il regista.
Il marito Massimiliano Gallo, strozzino, e l’attore della fiction Adriano Giannini che la usa per vendette personali costituiscono due lati della stessa medaglia: «non ci sono sfumature sul Male», conferma Gaudino. Ma il kitsch e il barocco sono una dimensione stessa del film e della napoletanità di riferimento.
Valeria Golino è felice perché il film alla fine si è fatto ed è stato selezionato dalla Mostra: «Mesi fa sembrava non se ne facesse più nulla, oggi invece grazie a un’ampia coproduzione ci siamo riusciti superando problemi enormi». Più produttori che attori alla presentazione scherza Riccardo Scamarcio, anch’egli al tavolo per le Buena Onda, che si è aggiunta alla Gaundrì di Gaudino, alla Ubu che distribuirà il film dal 17 settembre, a Eskimo, Figli del Bronx, Bea e Minerva.
Il lavoro di Gaudino con gli attori è stato molto ampio: «Siamo partiti da una sceneggiatura ben definita» con. ferma Golino «su cui Beppe metteva in continuazione dubbi e barriere, mai certezze». «In questo modo» replica Gaudino «siamo riusciti a interagire con gli attori facendoli crescere progressivamente durante le 8 settimane di riprese».
Alla fine, Anna decide di decidere.
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