Animali massacrati all'Oasi di Spinea, c’è l’ipotesi volpi

E' la pista più accreditata dagli investigatori, decisive le analisi all’istituto zooprofilattico. In due notti, due assalti: sterminati 125 ospiti della struttura di "Sos Natura"
Alcune delle carcasse degli animali uccisi all'Oasi di Spinea
Alcune delle carcasse degli animali uccisi all'Oasi di Spinea

SPINEA. Nuovo raid nella notte tra domenica 22 e lunedì 23 all’oasi Sos Natura di via Unità dove altri trenta piccoli animali sono stati uccisi, aggiungendosi così ai novantacinque trovati morti domenica mattina tra porcellini d’India, conigli, anatre e galline.

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«Bracconieri, macellai e infami», si sfoga il responsabile dell’associazione Enrico Piva, comprensibilmente provato per la morte degli animali cui dedica tutto il suo tempo libero, con impegno e dedizione. Tuttavia, nonostante tutte le piste siano ancora aperte, a distanza di 24 ore dal ritrovamento dei primi animali morti, l’ipotesi principale degli investigatori è che la responsabilità del doppio raid sia di animali selvatici, volpi o faine.

Lunedì 23 mattina, su incarico dei carabinieri della compagnia di Mestre, personale del servizio veterinario dell’Asl 13, compreso il direttore del Dipartimento Stefano Zelco, si è presentato in via Unità per un sopralluogo e per prelevare una decina di carcasse di animali che nel corso del pomeriggio sono state portate all’istituto zooprofilattico delle Venezie con sede a Legnaro (Padova) da dove martedì o al più tardi mercoledì – dopo che le bestiole saranno sottoposte agli accertamenti anatomo-patologici – dovrebbe uscire la parola definitiva sulle cause della morte.

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A far propendere per la pista delle volpi e delle faine sono alcuni elementi riscontrati sulle carcasse a un primo sopralluogo, compresa la circostanza che a poche decine di metri di distanza dall’area trasformata in ricovero per gli animali è stata trovata la carcassa di un porcellino d’India con la pelle rovesciata, probabile resto di un pasto da parte di un predatore.

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Nel sopralluogo invece non sono state trovate orme – un elemento che avrebbe potuto togliere ogni ulteriore dubbio – ma questo anche perché il terreno, almeno fino a lunedì mattina, era piuttosto asciutto. Anche le galline trovate decapitate potrebbero essere state azzannate al collo dalle volpi, che nei giorni scorsi hanno colpito anche a Fornase e Crea, o dalle faine.

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Una minima parte degli animali uccisi raccolti in una cassetta dopo la mattanza (foto Pòrcile)

Perché poi – se di vandali criminali si dovesse trattare – tornare due notti di seguito, con il rischio di trovare qualcuno a fare la guardia? E' consuetudine invece che le volpi tornino sul luogo dei loro raid fino a che sanno che c’è cibo. Per questo i pochi animali rimasti – se l’ipotesi prevalente sarà confermata dalle analisi di laboratorio – lunedì erano in pericolo e sono stati spostati. Viste l’eco e l’emozione suscitata domenica dal ritrovamento degli animali – ieri è intervenuto anche il governatore Zaia parlando degli autori come di «criminali a tutto tondo» – i carabinieri della stazione di Spinea e della compagnia di Mestre che stanno svolgendo le indagini preferiscono il silenzio in attesa dei risultati dell’istituto di Legnaro. E nello stesso tempo, come da prassi in questi casi, stanno verificando, dopo aver parlato anche con il gestore dell’oasi, la regolarità del centro dell’associazione per il ricovero degli animali, nei confronti della quale da più parti è stata espressa solidarietà.

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