Angela Bruno femminista: «Mi batterò per le donne»
di Filippo De Gaspari
MIRANO. «Volevo affermarmi nel lavoro e invece sono stata ridicolizzata. Ma questo è il ruolo che tocca alla donna oggi, finché non saremo in grado di dire basta». Parla Angela Bruno, l’area manager della Green Power, salita alle cronache per il siparietto con Silvio Berlusconi, lo scorso 9 febbraio a Mirano. È trascorso un mese e mezzo da quella vicenda: Angela è appena tornata a lavoro, ma la sua vita, dice, non è più la stessa. Nella ricerca della normalità, tuttavia, c’è spazio per un impegno più deciso nella battaglia per i diritti delle donne: «La vera parità», afferma la capo area, «si otterrà quando cominceremo a dire basta ai siparietti berlusconiani». Signora Bruno, com’è la sua vita oggi? Come è cambiata la sua routine dopo la vicenda di Mirano? «Nella mia vita nulla è più come prima. Soprattutto sono cambiata io: ciò che è accaduto mi ha profondamente segnato. La mia quotidianità non esiste più, sto cercando di crearmene una nuova». Lavora ancora per Green Power? Come sono i rapporti con i vertici della società? «Sì, ho ricominciato a lavorare giusto da qualche giorno. Ho bisogno di farlo per vivere. Ma dei rapporti con i vertici aziendali preferisco non parlare ora». Quanto accaduto, e soprattutto le sue ultime apparizioni in tv, l’hanno trasformata in una paladina dei diritti delle donne. Come vede il ruolo femminile nella società di oggi? Cosa va cambiato? «Sono stata costretta ad andare in televisione per difendermi e fare chiarezza: dai giornali non si capiva dove stesse la verità. Per capire come sia vista la donna oggi basta guardare il video di ciò che mi è successo. Mi sentivo una manager, una donna affermata nel lavoro in un piccolo momento di gloria, ma lì ogni professionalità è stata azzerata e io sono diventata una donna da ridicolizzare. Purtroppo in Italia ricopriamo ancora un ruolo secondario. Certo, c’è stata una emancipazione: la parità giuridica e politica, l’accesso agli uffici, agli ambiti statali e militari, ma non basta. I diritti acquisiti non vengono rispettati, perché noi donne veniamo scambiate per accessori e non per quello che valiamo. Cosa va cambiato? Siamo proprio noi donne a dover cambiare. Siamo noi a non dover permettere mancanze di rispetto, sia in ambiti lavorativi che casalinghi. Siamo noi a non dover avere paura. Siamo noi a doverci opporre ai torti, qualunque essi siano».
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