Ancora minacce a Venezia: busta con proiettile per Paolo Costa

La lettera è stata intercettata al centro Meccanografico di Tessera. Il presidente dell’Autorità portuale è incredulo: «Non ne so nulla»
Presentazione del libro di Sergio Bologna "Banche e crisi, dal petrolio al container" presso il Laurentianum di Mestre.nella foto Paolo Costa
Presentazione del libro di Sergio Bologna "Banche e crisi, dal petrolio al container" presso il Laurentianum di Mestre.nella foto Paolo Costa

VENEZIA. Una lettera minatoria con un proiettile inviata al presidente del Porto di Venezia Paolo Costa - identificato con il suo ruolo ma non nominato per nome e cognome - è stata intercettata lunedì pomeriggio poco dopo le 17.30 al centro meccanografico postale di Tessera. I dipendenti del centro hanno subito notato che quella busta, di tipo commerciale e regolarmente affrancata con il francobollo, poteva essere sospetta. Non solo perché anonima per ciò che riguarda il mittente, ma anche perché i macchinari che fanno i “raggi” ai pacchi e alle buste avevano individuato un piccolo oggetto cilindrico, che poi all’esame dei poliziotti è risultato essere un proiettile calibro 7.65. Dopo aver fatto i “raggi” alla busta la direzione del centro postale ha chiamato la polizia, e sul posto si sono precipitati i poliziotti della Digos, che hanno preso in consegna la busta e hanno verificato che conteneva, oltre al proiettile, anche un messaggio composto con lettere ritagliate da vari giornali con un insulto rivolto al Presidente del Porto, e un invito a tenere lontane le mani dalla laguna di Venezia. Come detto, pur essendo inviata al presidente del Porto di Venezia, il nome di Paolo Costa non è stato mai esplicitamente citato. Non vi sono tuttavia dubbi sul fatto che il destinatario sia lui. «Non ne so nulla e non ho nulla da dire» diceva ieri sera il presidente Costa spiegando di non voler commentare la notizia in assenza di comunicazioni ufficiali.

La lettera con il proiettile intercettata l’altro pomeriggio è l’ennesimo caso di missive minatorie invitate a politici della città, o a presidenti di enti o società che giocano un ruolo molto importante nella gestione della città. Un episodio le cui indagini sono affidate agli uomini della Digos proprio per capire se vi siano elementi capaci di destare preoccupazione o se si tratti piuttosto dell’opera di mitomane. In questi casi infatti, anche dopo gli episodi delle scorse settimane, ci sono molti rischi di emulazione da parte di persone in cerca di visibilità.

Il ruolo di Paolo Costa, oggi presidente dell’Autorità portuale, in passato sindaco della città ed europarlamentare, è tra i più delicati e i più esposti in città per le decisioni che vanno a incidere sull’economia veneziana - dalle grandi navi a tutta la zona commerciale - e la gestione della laguna, dove in queste settimane, in un confronto aperto con il Comune e il governo, si sta lavorando a una soluzione per far arrivare le grandi navi senza farle passare dal bacino di San Marco. Come noto il porto sostiene l’ipotesi di scavo del canale Contorta Sant’Angelo.

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