Anche un presunto abuso edilizio scatta oggi un esposto in Procura
CHIOGGIA. La vicenda “Ultima spiaggia” finisce in Procura. Oggi i consiglieri di opposizione presenteranno un esposto in Procura per un presunto abuso edilizio che la società del sindaco Alessandro Ferro avrebbe commesso sulla porzione di arenile in concessione sistemando un chiosco e due strutture più piccole che non sono state rimosse, come prevede il regolamento sul Demanio, a fine stagione. Il colpo di scena è arrivato nel Consiglio fiume di ieri quando il consigliere della Lega Marco Dolfin ha esibito le fotografie, effettuate il 14 gennaio e il 24 gennaio, in cui si vede che nel tratto in concessione a Ultima spiaggia sono sparite alcune infrastrutture.
Consiglio di fuoco. Il caso Ultima spiaggia, primo punto del Consiglio comunale straordinario convocato ieri, è stato discusso per otto ore. La discussione è durata dalle 9 alle 17.30, con una pausa di mezz’ora. Otto ore in cui l’opposizione ha incalzato il sindaco chiedendo, ripetutamente e insistentemente, spiegazioni su tutti i lati oscuri della vicenda Ultima spiaggia. In particolare sul conflitto di interesse che il sindaco per tutte le ore ha negato.
Versione del sindaco. In apertura di seduta, prima di dare parola alle opposizioni, il sindaco ha fornito i chiarimenti che aveva promesso di dare in Consiglio. «Ripercorro la vicenda per fare chiarezza», spiega Ferro, «una vicenda che è stata strumentalizzata. In quel tratto di Isola Verde ci sono tre concessioni. Nel 2014 la società Ultima spiaggia chiede il sub ingresso nella concessione gestita dalla parrocchia di Ca’ Lino e lo ottiene dal Comune. La società confinante, Chiara srl, fa ricorso al Tar (il numero 6060 del 2014). Ultima spiaggia e Comune si difendono e Ultima spiaggia presenta anche ricorso straordinario al Presidente della Repubblica (il numero 1361 del 2014) per impugnare due articoli del regolamento comunale sul Demanio (il 17 e il 18). Il ricorso viene sommato a quello del Tar (numero 703 del 2015) che si esprime su entrambi nel 2015 decretando irregolare il sub ingresso e inammissibile il ricorso al Presidente. A settembre 2016 si pronuncia il Consiglio di Stato, a cui aveva fatto ricorso Ultima spiaggia per ribaltare la sentenza del Tar, e ribadisce l’irregolarità. La sentenza viene pubblicata il 13 dicembre scorso con 60 giorni di tempo per renderla esecutiva, cosa che il Comune farà. Non mi sento colpevole di nulla, anche perché nella società sono socio accomandante e quindi senza ruoli effettivi».
Versione delle opposizioni. A più riprese Lega, Forza Italia, Pd e Chioggia è libera hanno chiesto al sindaco di rispondere nel merito di alcuni rilievi precisi: il mancato atto di non ingerenza nella vicenda una volta eletto sindaco; il passaggio del 27 luglio scorso di una seconda concessione, intestata alla moglie, a società Ultima spiaggia; la decisione di tenere la delega al Demanio per sé dal 16 dicembre al 16 gennaio; l’utilizzo di una mail privata per concordare con l’avvocato di Chiara srl, Pierpaolo Alegiani, un incontro per dar seguito alla sentenza.
Colpo di scena. Il consigliere Dolfin arriva in aula con una montagna di carte, acquisite dopo un accesso agli atti, e nel suo intervento ripercorre la storia della concessione demaniale 62 (quella che dalla parrocchia di Ca’ Lino passa a Ultima spiaggia) dal 1999 al 2016. «Ci sono parecchi buchi nella vicenda», spiega Dolfin, «dal ’99 al 2002 la spiaggia è stata data in concessione a don Fabio Calore, dal 2002 al 2007 non abbiamo più documenti, poi da maggio 2007 al 2008 il Comune conferma la concessione alla parrocchia. Nel 2010 il Comune concede una proroga fino al 2015, ma nel 2014 subentra Ultima spiaggia. Sui passaggi abbiamo già chiesto spiegazioni, il dato nuovo è che negli ultimi 10 giorni qualcosa è cambiato in quel tratto di spiaggia. Sono stato in sopralluogo lì il 14 gennaio e ho trovato una spiaggia attrezzata, con tanto di chiosco ancora montato e di due strutture più piccole vicine che, per magia, in un secondo sopralluogo, del 24 gennaio, sono sparite».
Esposto in Procura. «Non è che qualcuno si è accorto», continua Dolfin, «che le strutture removibili, come prevede il regolamento comunale sul Demanio, non sono state tolte a fine stagione come in tutte le spiagge ed è corso a toglierle prima del Consiglio di oggi? Porteremo tutto questo materiale in Procura e chiederemo verifiche». «Si negano i conflitti di interesse», rincara Jonatan Montanariello del Pd, «ma qui abbiamo un sindaco imprenditore che nel Consiglio del 17 gennaio non vuole discutere della vicenda e rimanda il punto a un Consiglio successivo e nel frattempo qualcuno va nella spiaggia e fa sparire alcune strutture che odorano di abuso. Quale altro cittadino avrebbe avuto queste stesse possibilità? Se poi ci sommiamo che il sindaco ha spostato molti funzionari, tra cui quelli dell’ufficio Demanio, viene proprio da pensar male». Sul punto il sindaco non ha risposto dicendo che compete ad altri.
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