Anche le farmacie iniziano a chiudere: «Ricavi in picchiata»

Il fatturato è sceso del 26%, prime chiusure e concordati. La via d’uscita è nell’offerta di nuovi servizi ai clienti
Belluno, 27aprile 2006. farmaciaTorna a febbraio il Banco farmaceutico
Belluno, 27aprile 2006. farmaciaTorna a febbraio il Banco farmaceutico

MESTRE. Cala il fatturato delle farmacie e cresce la preoccupazione dell’associazione che riunisce i titolari in provincia. Una situazione che ha già messo due gestioni con le spalle al muro in centro storico a Venezia, poi arrivate al fallimento, mentre altre sono già sulla strada del concordato.

Tutta colpa del 26 per cento in meno di fatturato che in quest’ultimo periodo ha caratterizzato gli introiti delle attività: circa 200 in tutta la provincia, 97 solo nel Comune di Venezia (di cui 16 di proprietà di Ames). «La situazione non è rosea», conferma Andrea Bellon, vicepresidente dell’Associazione dei titolari di farmacie. «I costi di gestione sono stabili o in certi casi aumentano, mentre i ricavi calano per due motivi: per i farmaci generici che hanno provocato un ribasso del prezzo, e per la pressione dal Sistema sanitario nazionale su tutti i canali medici per la riduzione della spesa. I farmaci più costosi vengono distribuiti direttamente dalle aziende sanitarie locali, gli altri sono diminuiti di prezzo è c’è meno vendita nelle nostre attività. Sostanzialmente, il ribasso di fatturato è quindi legato alle ricette rosse».

Una situazione che sta minando la solidità delle farmacie sparse sul territorio e che, nel comune di Venezia, impiegano circa 500 persone. «In altre aziende per ridurre la spesa si riduce il personale, ma nelle farmacie questo non è possibile» prosegue Bellon. «Nel comune di Venezia va inoltre tenuto conto che ci sono già 19 farmacie in più rispetto a quello che dovrebbe essere il rapporto con il numero di cittadini. Dovrebbe essercene una ogni 4 mila abitanti, invece ce n’è una ogni 2.700.

Lo specifico decreto varato dal Governo Monti indicava un abbassamento della soglia da 4 mila a 3.300, comunque superiore alla realtà attuale. Non è stato ancora applicato per questioni tecniche legati a tempi e sedi da trovare. Una realtà che crea già ora un sovrannumero, visto che ce ne sono 97 quando in teoria dovrebbero essere 78 sul nostro territorio comunale».

Ma tra tutte le difficoltà del periodo ci potrebbero anche essere delle novità positive per i gestori delle. «Esiste una prospettiva interessante all’orizzonte, cioè la farmacia ‘dei servizi’. Si tratta di un progetto che è stato approvato nel Documento economico finanziario di ottobre 2013. Porterebbe a una sorta di conversione delle farmacie sul territorio, acquisendo alcuni servizi che vengono ora eseguiti dagli ospedali. Si va dalla prenotazione di visite ed esami alla ricezione e consegna di referti», conclude Bellon: «Una opportunità di rilancio per portare la sanità ancor più vicina al malato che ha bisogno di curarsi, e che consentirebbe al tempo stesso di far risparmiare il Sistema sanitario nazionale».

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