Anche la Regione contro l’impianto Gpl

Chioggia. È entrata nel ricorso al Tar del Comune ma chiede pure il rimborso dei tre milioni dati ad Aspo per la banchina A

CHIOGGIA. La Regione contro l’impianto di Gpl. L’avvocatura regionale ha confermato ieri di entrare nel ricorso al Tar con cui il Comune difende la legittimità dell’ordinanza di maggio 2017 con cui chiedeva il ripristino dello stato dei luoghi per assenza dell’autorizzazione paesaggistica. Ma non solo, la Regione ha deciso anche di farsi rimborsare da Aspo i tre milioni di euro che ha concesso per adeguare la banchina A per lo sviluppo del porto a fronte del fatto che sarà utilizzata esclusivamente da Socogas perché troppo vicina all’impianto.

Comune e comitato No Gpl contavano da mesi su un appoggio formale della Regione, particolarmente importante perché l’ente ha concesso l’intesa ai ministeri (Mise e Mit) per la firma del decreto autorizzativo del 2015. «Si stanno giocando due partite sullo stesso campo con avversari impari», spiega il presidente No Gpl, Roberto Rossi, «da una parte la Socogas (Golia) che procede a grandi falcate e con enorme arroganza col cantiere, passando sopra alla mancanza di autorizzazioni nell’apertura dei varchi di accesso, probabilmente perché deve rendere conto ai propri finanziatori e rispettare la tempistica di realizzazione; dall’altra il comitato (Davide) che procede nella sua campagna di informazione alla città, di coinvolgimento delle categorie economiche e di relazioni istituzionali». Proprio nell’ambito delle relazioni avviate nei mesi scorsi con la segreteria del presidente del Veneto Luca Zaia, con l’avvocatura civica regionale e con l’assessore allo sviluppo economico Roberto Marcato si è concretizzato l’appoggio al ricorso al Tar di cui è arrivata la comunicazione ufficiale ieri.

«Gli avvocati regionali», spiega Rossi, «hanno depositato l’atto di intervento ad opponendum al Tar. Un risultato eccezionale perché la Regione, cofirmataria dell’intesa che ha dato il via libera al progetto, oggi mette in discussione la regolarità dell’iter autorizzativo e l’interpretazione in base alla quale il decreto faccia da variante implicita». A rinforzare la posizione di opposizione al progetto della Regione è intervenuto un secondo atto, la delibera con cui chiede il rientro del contributo dei tre milioni di euro concessi a Aspo per la realizzazione della banchina A “il cui utilizzo diventerebbe a uso esclusivo di Socogas e quindi in contrasto con le disposizioni europee sull’utilizzo dei fondi comunitari che devono avere valenza pubblica”. «Anche alla luce di questa richiesta di rimborso», spiega Rossi, «Aspo una volta per tutti dovrebbe dimostrare la propria azione a favore dello sviluppo di tutto il porto ammettendo finalmente che il deposito di Gpl in quella posizione è totalmente in contrasto con questo indirizzo. Per come si stanno mettendo le cose ci sentiamo di dare un consiglio alla Socogas: ammesso che fra qualche anno riesca a ottenere l’autorizzazione all’esercizio pensa che con una città ostile potrà davvero condurre una normale attività? ».

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