Anche i vongolari contro l’impianto Gpl

Chioggia. Cam, Clam, Crame e Blue Pesca si uniscono al ricorso al Tar per la mancanza dell’autorizzazione paesaggistica
CHIOGGIA. Si allarga il fronte delle categorie che si opporranno in aula all’impianto gpl. Altre quattro ditte che operano del settore del commercio di molluschi, Cam, Clam, Crame e Blu Pesca, si uniranno al ricorso al Tar dove Comune e comitato No Gpl contestano l’assenza dell’autorizzazione paesaggistica. Altre sette sigle, del mondo del turismo, della pesca e dell’artigianato (Asa, Ascot, Confesercenti, Cogevo, Legacoop pesca, Federcoopesca, Confartigianato) avevano annunciato di scendere nella battaglia legale nei giorni scorsi.


Il lavoro che il comitato ha svolto nelle ultime settimane, con riunioni capillari nel territorio, per convincere il mondo economico e produttivo a dare sostegno concreto nella lotta all’impianto, sta dando risultati. «È significativo che abbiano colto il nostro invito quattro grosse ditte che operano a Isola Saloni», spiega il presidente del comitato, Roberto Rossi, «non parliamo solo di preoccupazioni per le ricadute del comparto, ma per una vicinanza fisica all’impianto. Parteciperanno al ricorso probabilmente come consorzio, visto che sono già unite sotto un marchio per la valorizzazione del prodotto ittico, ma sarebbero disposte a farlo anche individualmente. Con il nostro legale, l’avvocato Matteo Ceruti, stiamo studiando la formula migliore». Le ditte dei Saloni sono le prime a formalizzare, anche con la firma, l’adesione al ricorso, ma nelle ultime due settimane categorie grosse del turismo avevano già promesso il sostegno economico alla battaglia. Le prime a annunciarlo sono state Asa, Ascot e Confesercenti. Una settimana dopo le cooperative di pesca associate a Cogevo, Legacoop pesca e Federcoopesca e domenica, all’assemblea pubblica in corso del Popolo, la Confartigianato. Hanno chiesto qualche giorno in più per rifletterci e confrontarsi con i soci, Ascom e Gruppo turismo Chioggia. Tutti gli aderenti concorreranno con la formula del ricorso ad opponendum, la stessa che ha utilizzato il comitato per affiancare il Comune. La spesa per ognuno dei ricorrenti sarà di 2000-2500 euro. Il ricorso riguarda l’ordinanza comunale di maggio che imponeva il ripristino dei luoghi per assenza dell’autorizzazione paesaggistica, così come sottolineato da Ministero dei beni culturali e Soprintendenza. La società ha ottenuto la sospensiva, ma il pronunciamento nel merito non si è ancora tenuto. L’udienza era stata fissata a ottobre 2018, ma in seguito al dictat del Consiglio di Stato sarà anticipata, probabilmente a gennaio.


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