Amministratore denuncia il socio centinaia di condòmini nei guai

“Guerra” nello studio associato. Il referente di Mellaredo contesta al collega che gestisce la sede di Mestrino di aver azzerato i conti e manda una lettera ai clienti: pagamento delle fatture a rischio
BELLUCO STUDIO DEMA MESTRINO
BELLUCO STUDIO DEMA MESTRINO

MELLAREDO. Probabilmente ci saranno dei condomini che si vedranno tagliare l’acqua o la luce per morosità, nonostante le spese condominiali siano state regolarmente pagate. Sono condomini nel padovano e nel veneziano, che hanno affidato la loro amministrazione allo studio associato D.e.m.a., con sede a Mestrino e a Mellaredo.

Nei conti mancherebbero dei soldi e i due titolari ormai si scambiano querele reciprocamente. Ad aver innescato la preoccupazione nei condomini è stata la lettera che uno dei due soci, Andrea Michieli, ha spedito a tutti gli amministrati: si tratta di circa una’ottantina di palazzi sparsi nelle due province. «L’altro giorno mi sono recato in banca per pagare la bolletta dell’acqua di un condominio», racconta Michieli, che gestisce l’ufficio di Mellaredo «e il cassiere, con mia sorpresa, mi ha rivelato che al mattino era passato il mio socio e si era intestato un assegno circolare. La bolletta non l’ho potuta pertanto saldare. Gli assegni circolari di cui il mio socio, Massimiliano Danese (che gestisce la sede di Mestrino) ha richiesto l’emissione negli ultimi due giorni, sono stati sei, per un importo complessivo di 11.500 euro circa». E non sarebbe tutto, stando al racconto di Michieli, perché sarebbero sparite le chiavette per entrare nei conti correnti on line in cui i due soci versano i soldi dei condomini. «La settimana corsa ero all’estero in vacanza» prosegue «e dall’ufficio di Mellaredo sono spariti chiavette e documenti. Tra l’altro il mio socio ha pure disattivato, a mia insaputa, i due telefonini in dotazione al mio studio, rendendomi irraggiungibile ai condomini. Lui stesso non si fa trovare e ieri, per poter parlare con lui e avere un chiarimento, sono andato fino allo studio di Mestrino: nonostante abbia pure chiamato i carabinieri, lui non ha voluto parlarmi».

Lo studio D.e.m.a. è nato nel febbraio del 2011, per volontà di quelli che fino ad alcune settimane fa erano amici: Andrea Michieli, che ha 34 anni e abita a Pianiga, nel veneziano, e Massimiliano Danese che di anni ne ha 33 e vive a Veggiano. Michieli gestiva una ventina di condomini dallo studio di Mellaredo, mentre Danese una sessantina nella sede di Mestrino. A febbraio Michieli annuncia al socio di volergli cedere l’attività. «Ma non voleva liquidarmi» dice Michieli «e ha aperto una partita Iva per avviare una nuova società senza consultarmi. Andrò dai carabinieri di Dolo a sporgere denuncia». Massimiliano Danese ieri è rimasto asserragliato all’interno del suo studio, senza aprire al socio e nemmeno ad alcuni fornitori che chiedevano dei pagamenti. Alla porta si è presentato soltanto il padre, dicendo che non avrebbero, per il momento, rilasciato dichiarazioni. Il figlio, comunque, la scorsa settimana si è presentato pure lui dai carabinieri di Mestrino, asserendo, con tanto di documentazione probante, che erano stati eseguiti dei prelievi dai conti e addossando la responsabilità al socio Michieli. Carabinieri e magistratura, adesso, indagheranno. Ma questo non tranquillizza alcuni dei loro amministrati, preoccupati di rimanere senza acqua né luce.

A Mellaredo la sede di via Po è chiusa da 20 giorni e se anche ieri qualcuno si fosse recato lì avrebbe trovato il campanello e telefoni di servizio staccati. «Ora la sede dello studio associato è diventata una sede fantasma, certamente non per colpa mia» ha detto ieri Michieli. Nel miranese l’attività si era sviluppata a Stra, Santa Maria di Sala e Fiesso. Ora bisognerà capire se la Dema ha intenzione di riaprire la sede di Mellaredo oppure no, ma i segnali emersi finora su questo versante paiono davvero scoraggianti.

Alessandro Abbadir

Cristina Salvato

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