Amianto alla centrale Enel di Fusina: assolto l’ex direttore ora 91enne
Il processo, iniziato nel 2019, si è concluso con l’assoluzione dell’ex direttore Niero Tabacchi per il caso che ha coinvolto il decesso di operai a causa del mesotelioma

Era accusato di non aver controllato che nella centrale Enel di Fusina che dirigeva negli anni Settanta fossero adottati tutti i dispositivi per proteggere il personale dalle micidiali fibre di amianto, con le quali allora si coibentava quasi tutto. Nel 2016 l’indagine della Procura era nata dall’esposto delle famiglie di tre operai uccisi dal mesotelioma, il cancro collegati all’inalazione di polvere di amianto.
Il processo all’ex direttore è iniziato nell’ormai lontano 2019, passando di giudice in giudice: prima udienza quando l’imputato aveva già 85 anni. Si è concluso ieri, quando la giudice Francesca Zancan ha assolto l’oggi 91enne ingegnere Niero Tabacchi da ogni accusa e con la formula più ampia: «Assolto perché il fatto non sussiste».
Il pubblico ministero Giorgio Gava aveva chiesto una condanna a 2 anni con sospensione della pena, le parti civili (Associazione vittime dell’amianto e Cisl) avevano chiesto ognuna 200-250 mila euro di danni, mentre le famiglie dei tre lavoratori sono state nel tempo risarcite e sono così uscite dal processo.
A novant’anni, l’ingegner ha potuto così tirare un sospiro di sollievo. In una delle ultime udienze si era anche presentato in aula, per raccontare la propria vita professionale all’interno della centrale, negli anni Sessanta e Settanta, spiegando che era il Compartimento centrale a stabilire le norme di sicurezza nelle centrali. Siamo arrivati negli anni Venti del nuovo secolo e il caso giudiziario è stato chiuso.
«La soddisfazione è massima per la formula adottata dalla giudice», spiegano gli avvocati difensori Sarah Franchini e Tommaso Bortoluzzi, «che è non solo di assoluzione piena, ma anche di riconoscimento che il fatto non sussiste. Venivano contestate varie forme di omissioni nella mancata adozione di dispositivi per la sicurezza dei lavoratori a contatto con l’amianto. Sappiamo bene quante tragedie ci sono state.
Ma qui eravamo negli anni Settanta, non c’era Google, la scienza sapeva della pericolosità dell’amianto, ma nella realtà lavorativa questa percezione non era ancora arrivata, né normata». «Si è detto durante il processo», proseguono i legali, «che esistevano anche all’epoca dispositivi maggiormente protettivi delle mascherine, ma - in concreto - non erano diffusi sul mercato. La formula dell’assoluzione perché il fatto non sussiste assolve l’ex direttore, ma anche un modo di operare negli ambienti di lavoro, negli anni Settanta».
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