Ambulanti, congelati i bandi del Comune «Proroga scandalosa»
L’assessore Boraso contro la decisione del Parlamento «Ci costringono a fermare tutto fino a gennaio 2020»
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 14.06.2015.- Banchetti Souvenir. Rio Terrà San Leonardo
VENEZIA. «È scandaloso che per fare un favore a città come Milano, Roma e Napoli che non si sono messe in regola, penalizzino Comuni come quello di Venezia, che hanno realizzato i piani di riordino del commercio ambulante. Il risultato è che i bandi che abbiamo fatto in autunno finiranno in congelatore, fino al primo gennaio 2020». L’assessore Renato Boraso - al quale il sindaco Brugnaro ha affidato la delicata partita del riordino dei plateatici in città, in un Comune rimasto senza responsabile del Commercio dopo il turn over di ben tre assessore leghiste - commenta così una delle ultime decisioni assunte dal Parlamento in sede di approvazione del bilancio 2018 del governo Gentiloni: la proroga per altri due anni delle concessioni in atto, con l’ennesimo slittamento dell’entrata in vigore della Direttiva Bolkestein. Una partita delicatissima, che a Venezia si intreccia con quella del riordino dell’occupazione di suolo pubblico e del “decoro” di una città dove la pubblica via è troppo spesso occupata da plateatici abnormi, che investono direttamente non solo il settore dei pubblici esercizi, ma anche quello del commercio ambulante. Un corto circuito, che rischia di mantenere il caos attuale.
Nei mesi scorsi, infatti, l’amministrazione aveva approvato i “banchi tipo” per uniformare il caotico settore del commercio di strada, prevedendo l’obbligo di uniformarsi alle nuove disposizioni per tutti i nuovi titolari di autorizzazione. Niente nuove concessioni, niente nuovi banchi: fino al 2020. E nell’incertezza sul futuro rinnovo delle licenze, anche i commercianti intenzionati ad ammodernare le proprie strutture, non faranno investimenti. Eppure a ottobre è stato fatto l’atteso bando per le edicole (56 a Venezia: altro settore fonte troppo spesso di abusi, con giornali nascosti sotto montagne di chincaglieria, a tutto discapito anche degli edicolanti rispettosi della normativa). E a novembre c’è stato quello per il commercio ambulante, con oltre 1500 licenze. Restava da fare il bando per i chioschi bar. Selezioni che avevano sollevato qualche protesta tra i partecipanti per le differenti “spese di segreteria”: 100 euro a Mestre, 500 a Venezia. Graduatorie che certamente in gran parte avrebbero premiato gli attuali concessionari (tenendo conto dell’anzianità e degli investimenti) e che avrebbero dovuto escludere quanti hanno carichi in sospeso con l’amministrazione, come il mancato pagamento di sanzioni per violazioni sulla merce in vendita o i plateatici extra-large.
«Dopo aver dovuto rinviare di un anno, siamo costretti a metterli in congelatore per altri due», commenta ancora l’assessore Boraso, «questa proroga è una decisione priva di senso, che lascia l’amaro in bocca per il lavoro fatto». L’assessore, d’altra parte, promette che la decisione del Parlamento non bloccherà anche il riordino dei plateatici dei pubblici esercizi. Nei “pianini” votati nei mesi scorsi, infatti, si prevedeva la mappatura campo per campo, strada per strada delle concessioni di suolo pubblico, per ambulanti e pubblici esercizi: ma in questi mesi in alcuni campi - come avvenuto a San Giacomo - si sono autorizzati nuovi plateatici, senza però compensare con il ridimensionamento dei pre esistenti, proprio in attesa del rinnovo delle concessioni, aumentando di fatto le occupazioni. «Procederemo comunque con i pianini», è l’impegno di Boraso, «mancano quelli in campo della Carità, del Lido, in Lista di Spagna, ma sul fronte dei plateatici applicheremo le decisioni prese».
Alla fine, però, bandi o non bandi, resta un problema di controlli. «La delibera sul riordino dei plateatici prevedeva anche l’istituzione di unità di controllo permanenti, con quattro vigili dedicati: la proroga non è un alibi per non fare i controlli», conclude Boraso, «ma certamente dovremo ripensarci: ci prendiamo l’impegno a vigilare, comprese le edicole trasformate in negozi oltre i limiti di legge». Quel rapporto 45 (editoria) 55 (altre merci) visibilmente non rispettato da troppi.
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