Altro caso di influenza aviaria in un piccolo allevamento rurale

San Donà. Abbattuti una decina di capi tra polli e anatre. L’Usl 4: nessun pericolo di contagio Il virus portato da volatili selvatici, i servizi veterinari raccomandano di tenere gli animali al chiuso
Di Giovanni Cagnassi

Aviaria a San Donà, dopo il primo caso in un piccolo allevamento privato, subito un altro focolaio sempre in un allevamento rurale. Il primo focolaio di influenza aviaria nel territorio dell’Usl 4 ha determinato l’immediato abbattimento di una decina di capi, tra polli e anatre. Ieri è stato evidenziato un secondo caso, diagnosticato dal laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Si tratta in entrambi i casi di due piccoli allevamenti rurali a carattere familiare, a San Donà. Una ventina i capi avicoli complessivi già abbattuti.

I servizi veterinari del Dipartimento di Prevenzione sono prontamente intervenuti applicando ogni misura cautelare utile a impedire l’eventuale trasmissione della malattia tra volatili e tutti e due i focolai sono stati rapidamente contenuti, appunto con l’abbattimento di tutti i capi sensibili presenti.

Il personale dei servizi veterinari ora prosegue il monitoraggio negli allevamenti industriali, in tutto una quindicina, presenti nel territorio di competenza. Dopo i casi riscontrati, infatti, sono stati assunti provvedimenti per limitare la circolazione di animali delle specie avicole nella zona di protezione, quindi un raggio di tre chilometri dal focolaio, e nella zona di sorveglianza, per un raggio di dieci chilometri dal focolaio.

I casi di influenza aviaria tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, salgono dunque a nove con questi altri due episodi. Il contagio nel territorio di San Donà è dovuto con ogni probabilità alla trasmissione del virus da animali selvatici. «Si coglie l’occasione per ricordare agli allevatori di avicoli a carattere familiare», spiega il direttore del servizio veterinario, Rodolfo Viola, «di tenere gli animali al chiuso e di somministrare loro acqua e alimento sempre in zone non accessibili a volatili selvatici. Si ricorda infine che al momento non è stata dimostrata alcuna connessione tra il virus H5N8, responsabile dell’influenza aviaria, e quelli umani, pertanto la popolazione può star tranquilla: non vi è pericolo di contagio».

Il sindaco di San Donà, Andrea Cereser, che è un veterinario, ha invitato a non farsi cogliere da inutili paure: «In un territorio soggetto a flussi migratori di volatili dobbiamo aspettarci questi casi che non sono una sorpresa. Non ci sono rischi per l’uomo e il virus non è trasmissibile attraverso l’alimentazione. Inoltre i servizi sanitari stanno effettuando continui monitoraggi e azioni informative e di controllo».

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