Altri tre gattini sono stati avvelenati a Pramaggiore
PRAMAGGIORE. Si indaga su altre morti sospette per avvelenamento nella zona di Pramaggiore presa di mira dal killer dei felini, entrato in azione a inizio settimana. La proprietaria dei gatti, Alina Stephaniuk, anche nel 2016 ha lamentato di aver visto morire altri gattini, almeno tre. Quindi in totale i casi di avvelenamenti negli ultimi 16 mesi sarebbero ben cinque.
Ieri pomeriggio i carabinieri della stazione di Annone Veneto, con il comandante in persona Gianluca Fasulo, hanno eseguito un sopralluogo per due motivi. Fotografare le zone in cui i felini avrebbero ingerito i bocconi, nel giardino dell’abitazione di Alina Stephaniuk, e poi stabilire se la donna avesse subìto in passato minacce o ritorsioni per la presenza dei gatti.
Alina ha presentato denuncia nel pomeriggio di giovedì scorso, a distanza di almeno quattro giorni dai fatti. Anche questo aspetto va tenuto in considerazione. Normalmente, infatti, questi avvelenamenti si verificano quando sono in corso delle liti tra vicini. Ma la proprietaria abita in via Comugne, una zona di campagna al confine con il territorio di Portogruaro, dove i rapporti di vicinato, praticamente, non sono frequenti come nei centri abitati.
«Voglio andare sino in fondo», ha riferito la donna, «perché voglio giustizia per i miei gatti morti e per quello che spero di salvare». Il micio sopravvissuto al tentativo di avvelenamento resta ricoverato in uno studio veterinario di via Claudia a Concordia Sagittaria, ed è giudicato ancora grave, in attesa che il Centro Zooprofilattico di Padova analizzi il boccone di carne recuperato per stablire quale tipo di veleno sia stato adoperato dal killer per sopprimere gli animali.
Il fatto ha comprensibilmente destato molto sconcerto in tutta Pramaggiore, dove nel 2015 si era vissuto, in località Belfiore, l’incubo dell’avvelenamento di alcuni cani, poi morti a causa dei bocconi ingeriti. I fatti di via Comugne non sembrano per il momento collegati. Va ricordato che la morte per avvelenamento è particolarmente dolorosa, questi gesti, già ignobili di per sé, sono quindi ancora più crudeli.
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