Altri nove indagati per la banda che svuotava i negozi “H&M”
La Procura è risalita all’intera organizzazione dopo gli arresti al centro “Adriatico 2” di Portogruaro
PORTOGRUARO. La procura della Repubblica di Pordenone ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di un gruppo di cittadini, tutti di origine albanese, ritenuti responsabili di numerosi furti in danno dei punti vendita del noto marchio H&M Hennes & Maurits (tra cui quello decisivo di via Prati Guori a Portogruaro) commessi in tutto il territorio nazionale.
A dicembre erano state arrestate 5 persone, oggi invece sono state denunciate altre 9 a vario titolo. Per non farsi beccare cercavano di non dare nell'occhio, ognuno aveva un compito ben preciso, dal noleggio delle auto ai sopralluoghi per i colpi.
Nell’ambito dell’indagine lo scorso 16 dicembre gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Pordenone davano esecuzione ad un provvedimento di fermo d’indiziato emesso dal Procuratore della Repubblica del Tribunale di Pordenone, Raffaele Tito, nei confronti di cinque componenti del sodalizio, tre uomini e due donne, i quali venivano sorpresi a rubare all’interno del centro commerciale l’“Adriatico 2” di Portogruaro e pertanto tratti anche in arresto di flagranza ed associati in carcere.
A poco più di un mese dall’esecuzione dei provvedimenti di fermo, agli indagati sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini: agli indagati sono stati contestati ben 36 furti commessi in tutto il territorio nazionale tra il mese di settembre e quello di dicembre in danno dei punti vendita H&M; ad essere colpiti sono risultati essere principalmente i punti vendita situati del Nord Est.
Ma le investigazioni hanno permesso di accertare come in diverse occasioni il gruppo, dimostrando notevole mobilità su tutto il territorio nazionale, era arrivato a colpire anche i punti vendita H&M situati nel centro – sud Italia ed in particolare nelle province di Ravenna, Chieti, Teramo, Civitanova Marche e Campobasso.
Si è poi accertato che la merce trafugata, una volta giunta in Albania, veniva messa in vendita dalla moglie di uno degli arrestati all’interno dei punti vendita “H&M” situati nelle città di Tirana, Durazzo e Valona gestiti proprio dalla donna stessa. Per questo i due coniugi, ritenuti i capi dell’organizzazione, sono stati indagati anche per l’ipotesi di reato di auto riciclaggio in concorso.
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