Altri 20 chilometri di banda larga Venezia è sempre più digitale
Altri 20 chilometri di banda larga per completare l’anello dorsale in fibra ottica all’Arsenale e a Favaro, sfruttando i cantieri della nuova Vallenari bis. E si arriva a 200. Prevista una seconda linea sotterranea lungo il ponte della Libertà, utilizzando i tubi già posati per i cantieri del tram nel sottosuolo. Collegamenti in fibra ottica che arrivano fino a 33 uffici di Actv, Avm, Alilaguna e velocizzano le connessioni dei computer delle aziende che sono coinvolte nel lancio della nuova card dei servizi “Venezia Unica”.
Venezia, nonostante le difficoltà e i tagli del governo, continua ad investire in innovazione digitale. I 10 milioni di euro spesi in cinque anni, dal 2009, hanno consentito di creare in città una rete di 126 chilometri di cavi di dorsale più altri 58 km di cavi di rilegamento della banda larga. Collegate 116 sedi comunali, più altre 96 di società partecipate e 215 sono gli hotspot per la rete wifi già attivi, leggi le antennine che diffondono il segnale internet della “cittadinanza digitale” in città.
Ora la rete si amplia ancora. L’ultimo investimento della giunta Orsoni (oltre 1 milione di euro) consente di chiudere gli anelli mancanti della rete a banda larga e di installare altri 17 hot spot tra Canal Grande e centro storico, 6 nelle isole (Malamocco, S. Pietro in Volta, Pellestrina, Murano, Burano) e 15 in terraferma e di sperimentare pure il Wi-fi comunale sul vaporetto dell’arte.
Se in centro storico si punta sull’Arsenale, in terraferma si lavora per portare internet con un ponte radio a Forte Marghera. Operazione difficile perché occorre trovare uno spazio, senza alberi, che ospiti la grande antenna.
Ieri mattina l’assessore comunale all’Informatizzazione e Cittadinanza digitale, Gianfranco Bettin, con il direttore della Direzione Programmazione e controllo Maurizio Carlin ed il funzionario di Venis Spa, Enrico Boni, hanno illustrato tutti i nuovi investimenti. «Nonostante la difficile situazione finanziaria», ha spiegato Bettin, «l’amministrazione comunale ha deciso di stanziare un altro milione di euro per realizzare un’ulteriore estensione della rete. Sappiamo che si tratta di investimenti costosi, ma siamo fermamente convinti che siano soldi spesi bene, in un settore strategico, che guarda inevitabilmente al futuro, ma che rappresenta ormai un’importante realtà già del nostro presente».
Investimento in banda larga significa servizi ai cittadini, siano residenti o turisti (questi ultimi pagano mentre chi lavora e studia in città ha l’accesso gratuito), velocità nel trasferimento dei dati da un ufficio all’altro del Comune e quindi celerità nelle risposte. E significa introdurre, con il web 2.0, principi di trasparenza e partecipazione nelle scelte dell’amministrazione. Protocolli di collaborazione sono in via di definizione con Telecom e Fastweb per il cosidetto ultimo metro, ovvero il collegamento in banda larga che potrebbe arrivare nelle case dei cittadini e delle aziende che si appoggiano a questi due operatori del settore Comunicazioni. Già oggi la rete comunale consente vari vantaggi non solo per il Comune ma anche per altre realtà. Le telecamere del sistema di videosorveglianza comunale (162) sono collegate con la centrale della Polizia municipale con banda larga. Sedici le telecamere digitali ad altissima definizione, che senza la fibra ottica, non potrebbero manco essere accese.
La Biennale di Venezia offre internet gratis a diecimila giornalisti accreditati alla mostra del Cinema. 34 sedi universitarie di Ca’ Foscari e Iuav (Architettura) sfruttano questi collegamenti per i loro studenti e le biblioteche Bettini a Venezia e villa Erizzo per Mestre sono esempi di apertura al digitale con applicazioni per telefonini per la consultazioni dei libri in catalogo e una sezione digitale che consente di scaricare anche i giornali da leggere.
Mitia Chiarin
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