Altri 17 espulsi nella Lega di Chioggia

CHIOGGIA. Le ultime sette raccomandate sono arrivate l'altro ieri, indirizzate ad altrettanti militanti. «Le comunichiamo - recitano le missive - che il commissario della sezione di Chioggia, dopo attenta valutazione dei fatti, ha preso la decisione di declassarla a socio ordinario sostenitore. Tale decisione maturava dopo la verifica dei suoi ripetuti comportamenti lesivi al Movimento».
La Lega Nord di Chioggia è stata ormai decimata da una sequela di espulsioni e declassamenti di questo tipo. Anche Fabio Nordio ne ha ricevuta una e si chiede: «Quali comportamenti? Sono mesi che lavoro e basta, senza più fare politica attiva». Massimiliano Malaspina, l'ex segretario filo-Tosi, già vittima a luglio delle epurazioni pro-Gobbo, sottolinea: «Dopo di me sono state buttate fuori dal partito altre 17 persone e la loro unica colpa è quella di avermi sostenuto. Ora, in una sezione che contava 300 iscritti, alle riunioni non partecipano in più di otto, comprese le mogli degli attuali dirigenti». Tra i "puniti" dell'ultima ora c'è anche Ermenegildo Boscolo Nata, «in Lega da quasi vent'anni, escluso da un Sandro Marangon, ex democristiano appena arrivato nel partito, ma uomo di fiducia del segretario Pizzolato, amministratore di Veneto agricoltura di cui Marangon è dipendente. Espulso anche Orazio Bondesan, consigliere comunale a Cona».
E potrebbe non essere finita. «La sezione di Cavarzere, che mi sostiene, è stata minacciata di sanzioni disciplinari se le riunioni convocate dalla segreteria provinciale continueranno ad andare deserte, come accade da tempo». Insomma, Chioggia è un campo di battaglia per la Lega Nord, in una guerra "sporca", spiega Malaspina, combattuta «con palesi violazioni dello Statuto con trucchi di basso profilo, come queste ultime espulsioni che portano la data del 6 ottobre ma che sono state spedite il 13. Tra le due date c'è la riunione di Padova, in cui era stato deciso che le segreterie provinciali non potevano più adottare simili provvedimenti, capito il trucco?»
E tutto questo - conclude Malaspina - per «le ambizioni di Corrado Callegari e Paolo Pizzolato, che sono disposti a distruggere il partito per mantenere il potere. Hanno già deciso che il primo farà il senatore e l'altro il deputato alle prossime politiche e guai a chi non è d'accordo con loro».
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