Altra spaccata, catturato dalla Polizia con il sasso in mano

Tunisino abbatte la vetrata del negozio Urban di via Calatafimi: braccato dalle volanti dopo la telefonata del centrocampista del Padova Manuel Iori
FERRO - CONFERENZA QUESTURA. BEN DAGBOUSH MOHAMED SALAH
FERRO - CONFERENZA QUESTURA. BEN DAGBOUSH MOHAMED SALAH

PADOVA. Teneva ancora il sasso tra le mani, avvolto in una maglietta arancione della Corri x Padova. Aveva appena sfondato la vetrina del negozio Urban di via Calatafimi e stava scappando lungo via San Fermo. Mohamed Salah Ben Dagboush, 31 anni, tunisino senza fissa dimora e clandestino, è un altro dei predoni che stanno alimentando l’allarme tra i commercianti del centro. L’altra notte è stato arrestato in flagrante dai poliziotti della Squadra volante. Gli agenti in servizio nella cosiddetta “volante-centro”, quella voluta dal nuovo questore Ignazio Coccia per fare fronte all’emergenza, l’hanno fermato e condotto in questura. Poco prima avevano ricevuto la telefonata di un residente che ha sentito i botti nel cuore della notte: è il calciatore del Padova Manuel Iori. Il tunisino è stato condannato a otto mesi e il giudice ha disposto l’immediata espulsione. In giornata è stato trasferito al Cie di Trapani.

Il colpo

Erano le 4 circa, città semideserta, in giro solo qualche corriere e i camioncini della nettezza urbana. Il trentunenne tunisino si è infilato in via Calatafimi, un vicoletto tra via San Fermo e galleria Borromeo. Ha racchiuso due sampietrini in una t-shirt, utilizzandola poi come fosse una mazza. Si è avventato sulla vetrina del negozio Urban e ha tentato di sfondarla. Ha aperto un varco ma forse si è reso conto di aver fatto troppo rumore e, come se niente fosse, ha imboccato via San Fermo in direzione del centro. Proprio in quel momento stava sopraggiungendo la volante. I poliziotti, coordinati dal commissario capo Valeria Pace, l’hanno bloccato immediatamente per un controllo. Contemporaneamente è giunta la telefonata al 113 da parte di Manuel Iori, centrocampista del Calcio Padova che ha segnalato alla centrale operativa della questura di aver sentito due botti sotto casa. Il trentunenne tunisino aveva ancora i due sassi in mano. Quando ha capito che si metteva male, si è anche scagliato contro gli agenti nel tentativo di evitare l’arresto. È finito in manette con l’accusa di tentato furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Il giudice l’ha condannato a otto mesi e ne ha disposto l’espulsione in quanto irregolare in Italia.

Presenza sulla strada

Il questore Ignazio Coccia l’ha detto fin dal suo insediamento che la parola d’ordine sarebbe stata “essere presenti”. La volante in più messa sulla strada ogni notte è una sua precisa indicazione per fare fronte all’emergenza che tanto allarme sta creando tra i commercianti e tanta polemica alimenta durante la campagna elettorale. Presenza delle pattuglie, indagini serrate e rilievi dopo ogni furto con la conseguente comparazione del Dna: grazie a questa combinazione la questura di Padova sta procedendo a suon di arresti, scoprendo uno ad uno i ladri che imperversano in città. Gli ultimi arresti dimostrano come molti nordafricani abbiano abbandonato il mercato della droga per dedicarsi ai furti e alle spaccate.

Argomenti:arrestispaccate

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia