«Alta velocità, biglietti cari» I comitati scrivono al Garante
La linea ad Alta velocità (Av) che però non lo era, almeno non del tutto. Potrebbe essere questo il titolo della sfida lanciata dai pendolari Frecciarossa delle linee Venezia-Milano e Venezia-Bologna, che si sono intestarditi. Perché non solo sono alle prese con l’aumento, se pur ridotto dopo le proteste che ci sono state in tutta Italia, degli abbonamenti, ma devono anche subire il paradosso di dove pagare per un servizio che, in buona sostanza, in termini di velocità, non ricevono.
È il motivo per cui hanno deciso di presentare una segnalazione all’Autorità garante per il mercato e la concorrenza, sostenendo infatti che quella di Trenitalia sia pubblicità ingannevole. «La società infatti propone l’acquisto di biglietti e abbonamenti a treni ad Alta Velocità», spiegano i comitati guidati da Simona Forni e Alessandro Munzi, «che non viaggiano su linee ad Alta velocità, traendo in inganno il consumatore».
Tra Milano e Venezia ad esempio la linea ad Alta velocità è solo tra Milano e Brescia e tra Padova e Venezia. Da Brescia a Padova i lavori sono ancora in corso. Tra Venezia e Bologna invece dell’Alta velocità proprio non c’è traccia. Stando ai parametri indicati dalla Commissione Europea, per parlare di linee ferroviarie ad Alta Velocità è necessario che i treni viaggino ad almeno 250 chilometri all’ora.
I comitati hanno fatto un po’ di conti: tra Venezia e Brescia i treni viaggiano a una media di 114 km orari, tra Venezia e Milano a 120. Tra Venezia e Bologna invece la media è di 114.
«È plausibile pagare un servizio di trasporto ferroviario Alta Velocità, biglietto o abbonamento che sia, quando il treno viaggia a una velocità media di 120 km/h quando spesso non inferiore?», si chiedono i comitati interrogando anche l’Autorità garante per il mercato, «Ovvero è possibile considerare e soprattutto proporre un servizio di trasporto denominandolo Alta Velocità senza che la linea lo sia? Non sarebbe forse più corretto nel rapporto con i clienti che Trenitalia vendesse gli abbonamenti e i biglietti, nelle tratte non ad alta velocità, promettendo solo un maggior comfort di viaggio e quindi ad un prezzo diverso e adeguato al servizio proposto che non è Alta velocità?». La seconda segnalazione all’Autorità riguarda il rapporto tra Trenitalia e Ntv che ha deciso di vendere solo biglietti e non abbonamenti. «Dopo il ritiro da parte di Ntv del servizio di trasporto in abbonamento, Trenitalia ha aumentato in modo irragionevole il costo degli abbonamenti. Grazie alla sua posizione dominante, Trenitalia impone prezzi e abbonamenti non certo a condizioni favorevoli. Ci sono margini per intervenire? E’ la domanda che si fanno i pendolari».
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