Alloggi Scalera, il degrado dopo il blocco

Il paradosso di appartamenti pronti e inutilizzabili a causa del concordato per la crisi del gruppo Acqua Marcia Caltagirone
Di Enrico Tantucci

I nuovi alloggi all’ex Scalera - quasi finiti al grezzo - rischiano di restare così come sono ancora a lungo, avviandosi a un progressivo degrado, come tutta l’area della Giudecca che li circonda e che doveva essere recuperata a fini residenziali e di verde pubblico in base alla convenzione stipulata tra Comune e Acqua Marcia già all’atto del via libera della ristrutturazione del Molino Stucky, come condizione per consentire l’intervento.

Ma con la società di Francesco Bellavista Caltagirone finita in concordato preventivo ormai da qualche anno, tutto si è fino ad oggi bloccato.

L'impresa costruttrice Tasca - con oltre 3 milioni di euro di crediti non onorati per i lavori svolti - ha già abbandonato da tempo il cantiere della Giudecca lasciato incompiuto da Acqua Marcia, che rischia così di trasformarsi in una discarica e il Comune non riesce a “scontare” in banca le fidejussioni da 5 milioni di euro emesse a suo tempo da Acqua Marcia a garanzia del buon esito dell’intervento.

«Le abbiamo già richieste da mesi - commenta l’assessore alla Casa Bruno Filippini - ma un contenzioso che si è aperto con le Assicurazioni Generali, che le garantivano, blocca per ora la riscossione. La volontà del Comune è naturalmente quella di completare l’intervento all’ex Scalera, magari accordandoci con la stessa impresa Tasca per la sua ultimazione, ma se non riusciamo a sbloccare le fidejussioni, disponendo così delle risorse per il riavvio dei lavori non possiamo fare nulla. Quello che abbiamo potuto fare, come facilitatori tra le due parti, è chiedere indietro la caparra e assicurare che gli assegnatario degli alloggi non perdessero i soldi già versati».

Da parte sua Acqua Marcia - con il commissario giudiziale nominato dal Tribunale per gestire la situazione debitoria e la mancanza di liquidità dalla società edile alle prese con problemi ben più complessi - non ha certo l’area Scalera tra le sue priorità e spera, a sua volta, di cederla all’impresa che ha realizzato in buona parte dell’intervento. Ma che finchè non sarà pagata da qualcuno, non si muoverà.

Il rischio concreto è appunto che l'area nel frattempo diventi appunto una sorta di discarica a cielo aperto, come in parte sta già avvenendo, abbandonata a se stessa e che alloggi quasi ultimati non arrivino mai ai veneziani per i quali erano stati prenotati a prezzo calmierato in base alla convenzione stipulata tra il Comune e la società prima guidata da Francesco Bellavista Caltagirone al tempo dell'accordo raggiunto per la ristrutturazione del Molino Stucky, con i 35 alloggi che Acqua Marcia si era impegnata a realizzare con il Comune a prezzo agevolato per i residenti.

Le Residenze Stucky erano previste all'interno dell'area della Scalera e si comporrebbero di cinque moduli: due residenziali ed uno destinato a uso ufficio e spazi pubblici con al centro un'ampia zona destinata a parco. Tutto però è ora bloccato a tempo indeterminato e anche le bonifiche necessarie dell’area non sono ancora state realizzate, per la “fuga” di Acqua Marcia.

L’assurdo è appunto il fatto che, in una città che di alloggi per famiglie a prezzi “umani” ha un disperato bisogno, quelli dell’ex Scalera siano di fatto nuovi e quasi completati, ma che per una gestione fallimentare dell’intervento da parte di tutti - Comune compreso - siano invece abbandonati come ruderi.

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