Alloggi popolari insalubri Municipalità pronta alla causa

Marghera. Il presidente Gianfranco Bettin si schiera con chi denuncia problemi nelle abitazioni «Siamo pronti a certificare le condizioni al limite e ad aiutare i cittadini a rivalersi contro l’Ater»
Di Alessandro Abbadir

MARGHERA. «Come Municipalità di Marghera siamo pronti ad aiutare le famiglie danneggiate dall’insalubrità e dall’inacessibilità delle case popolari. Molte hanno chiesto ripetutamente un cambio di alloggio. Qualora volessero agire legalmente, certificheremo le condizioni in cui continuano a vivere, o in alcuni casi vivevano». Ad affermarlo è il presidente della Municipalità di Marghera Gianfranco Bettin che passa in rassegna i casi più gravi verificatesi negli ultimi mesi negli alloggi popolari.

«Una famiglia da anni denunciava la situazione di insalubrità in cui era costretta a vivere con un bambino malato di cuore», ricorda Bettin. «Il bambino purtroppo è morto e la famiglia non ha ancora ottenuto una casa diversa. Tragica anche la situazione di una coppia di coniugi nell’area di piazzale Emmer che chiedeva la sostituzione dell’appartamento per inaccessibilità. In quell’appartamento al quarto piano vivevano una donna con gravi problemi respiratori e il marito malato. Quest’ultimo è deceduto, e l’alloggio non è ancora stato cambiato». Bettin sottolinea come siano diverse le emergenze. «Ci sono sostanzialmente tre tipi di problemi. Quelli di insalubrità della casa, come nel caso del bimbo cardiopatico, quelli di inaccessibilità, infine quelli di famiglie con difficoltà economiche, che diventano morose e arrivano a situazioni al limite della sopportazione. Fra questi purtroppo, rientrano anche alcuni casi di persone che sono entrate negli alloggi dell’Ater grazie a un aiuto economico del Comune, con il cosiddetto affitto calmierato. Ora tante di queste persone, l’affitto, anche se calmierato, non riescono più a pagarlo e rischiano di finire in strada se non si interviene subito».

Per Bettin la priorità è trovare una soluzione abitativa proprio a questi casi. «Queste sono famiglie tutte italiane che risiedono regolarmente in questi alloggi. Va detto quindi, che la prima preoccupazione», sostiene il presidente della Municipalità, «è di trovare loro una casa adeguata. Se poi vorranno agire in giudizio contro chi ha creato situazioni che minano la loro salute, siamo pronti a fornire un aiuto specifico anche per questo».

Intanto è stata rinviata a domani la soluzione del caso del nigeriano che ha dato fuoco al proprio appartamento dopo che l’Enel aveva tagliato luce e gas per il mancato pagamento della bolletta. «Sono state prospettare soprattutto delle soluzioni per moglie e figli piccoli», conclude Bettin». Dovremo capire se accetterà le proposte avanzate altrimenti agiranno d’ufficio i servizi sociali».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia